tag:blogger.com,1999:blog-36824864013880676552024-03-13T12:59:01.855-07:00Tunisie - Justice pour Naoufel SassiUnknownnoreply@blogger.comBlogger20125tag:blogger.com,1999:blog-3682486401388067655.post-34010037003038454932008-02-28T16:31:00.000-08:002008-02-29T02:32:28.792-08:00تونس: انتكاسة جديدة للعدالة ولدولة القانون<div align="right"><br /><strong><em>عائلة نوفل ساسي : إنّنا إذ نعتبر هذا الحكم جائرا، نعلن أن لا شيء يُثْنِينا عن القيام بواجبنا، أي نُصْرة الحقّ بالحق.<br /></em></strong><br />عُقدت بالأمس، الإثنين 25 فبراير/شباط، آخر جلسات القضيّة رقم 14504 بالدّائرة الجنائيّة الأولى بالمحكمة الابتدائية بتونس وبرئاسة القاضي السّيّد الهادي العيّاري.</div><div align="right"><br />عكست هذه القضيّة التي ضمّت 19 تونسيّا من أصل 30 كانوا قد لوحقوا في البداية بمقتضى القانون رقم 2003-75 الصّادر بتاريخ 10 ديسمبر/كانون الأوّل 2003 (يُذْكر أنّ الأحد عشرة الآخرين قد حُفظت أو أُلحقت ملفّاتهم بقضايا أُخرى ) مشهد كلّ أشكال التّعسّف الّذي طال حقوق الأشخاص والسنن الإجرائية والقوانين والمعاهدات المعمول بها، والتي غدت صفة ملازمة لطبيعة العدالة في تونس.</div><div align="right"><br />نوفل ساسي، المعارض ذو الخمس والأربعين سنة، سجين الرأي سابقا وإحدى ضحايا ممارسات التّعذيب خلال فترة التّسعينيّات من القرن الماضي هو واحد من أولئك الّذين دفعوا باهظا ثمن آرائهم.</div><div align="right"><br />لقد بات ثابتا أنّ اللّجوء إلى التّعذيب الجسدي كطريقة في المساءلة، وتزوير المحاضر من أجل إضفاء الشّرعيّة على إيقافات عارية من كلّ المسوّغات القانونيّة، وممارسة الإعتقالات السّرّية،كانت نصيب هؤلاء المتّهمين. هذا عدا عن العمل بقانون موصوم أصلاً بظلمه وبكبحه للحرّيّات بنظر منظّمات الدّفاع عن حقوق الإنسان والهياكل الحقوقيّة والقضائيّة.</div><div align="right"><br />لقد أصبح جليّا، برأي كلّ مراقب لجلسات تلك المحاكمة حتّى مرافعات الدّفاع الّتي ألقيت يوم الإثنين 25 فبراير/ شباط، وبرأي جميع المحامين والأشخاص المعنيّين، غياب أيّ من عناصر الإدانة الّتي تستوجبها تلك الملاحقات. ممّا جعل كلاّ من أفراد عائلة نوفل ساسي و محاميّيه، بل والموقوف نفسه’ على حال من التفاؤل المتعقّل. وفي صبيحة الثّلاثاء 26 فبراير/ شباط 2008 صدر النّبأ الّذي خيّب آمالهم: أحكام تتراوح بين السّنتين والإثتي عشر سنة سجنا مع النفاذ، منها الحكم بثمان سنوات على نوفل ساسي. لم يجد أيّ من المحامين ما يبرر شرعيّة تلك الأحكام وقد بقيت حيثياتها غير متوفّرة إلى اللّحظة.</div><div align="right"><br />إنّنا نعتبر أنّ هذا الحكم جائر، و ننوي استخدام كلّ الوسائل المتاحة من أجل فضحه ومن أجل التّوصّل إلى ما يضمن العدالة الحقّة لكلّ ضحايا هذه المحاكمة، أي الموقوفين أنفسهم وعائلاتهم وأقربائهم وأبنائهم...</div><div align="right"><br />إنّنا نتوجّه بالشّكر إلى المحامين الّذين جيّشوا طاقاتهم من أجل هذه القضيّة وأبلوا بلاء حسناً أثناء المرافعات. كما نشكر كلّ اللواتي والّذين ساندونا ووقفوا إلى جانبنا لنصرة ما رأوا فيه حقّاً، مناشدين إيّاهم البقاء معنا ما أمكنهم لمواصلة معركتنا الضاّرية في سبيل العدالة والتكافل.</div><div align="right"><br />إنّنا مصمّمون على متابعة طريقنا دون وهن في القيام بواجبنا في "نصرة الحقّ بالحقّ "، ولن نتنازل عن أيّ من حقوقنا.</div><div align="right"><br />على مستوى القضاء، نعلن أنّنا ماضون في الطعن بالحكم والمطالبة باستئنافه.<br /><br /><strong>يوسف الصّدّيق</strong> (فيلسوف وكاتب، فرنسا)، خال نوفل ساسي<br /><strong>هدى بن خالد</strong> (باحثة في علم الاجتماع، تونس)، زوجة نوفل ساسي<br /><strong>منذر ساسي</strong> (أستاذ تعليم ثانوي، تونس)، شقيق نوفل ساسي<br /><strong>أميّة الصّدّيق</strong> (إطار في العمل الجمعوي وباحث)، إبن خال نوفل ساسي<br /><br /><strong>يوم الثلثاء 26 فيفري 2008<br /></strong></div>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3682486401388067655.post-45575120828479142172008-02-26T09:04:00.000-08:002008-02-26T10:01:57.232-08:00Giustizia per Naoufel Sassi<div align="justify"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiRDJQzssRyPG6MuUtCtajEnjAO3z8xnyVREPw53F4_hhVfrUw_613Z4hmx7_6z-g_AKqL_I_AuK5Rd5IxT3qbdmhDpb045ID5lZifg9KyEAKL8tykF4Lt7GXMPJJCbtbwDQPfgrgvCvkg/s1600-h/RM2602-ART01-12.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5171337455230910690" style="FLOAT: left; MARGIN: 0px 10px 10px 0px; CURSOR: hand" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiRDJQzssRyPG6MuUtCtajEnjAO3z8xnyVREPw53F4_hhVfrUw_613Z4hmx7_6z-g_AKqL_I_AuK5Rd5IxT3qbdmhDpb045ID5lZifg9KyEAKL8tykF4Lt7GXMPJJCbtbwDQPfgrgvCvkg/s400/RM2602-ART01-12.jpg" border="0" /></a> Paru dans Liberazione (quotidien italien) du 26 février 2008 (quatrième de couverture)<br /><a href="http://www.liberazione.it/" target="_blank" rel="nofollow">http://www.liberazione.it/</a><br /><br /><strong>La situazione dei diritti umani in Tunisia si presenta deteriorata dall'introduzione della legge antiterrorismo del 2003. Una legge utilizzata dalle forze di polizia per prendere di mira i difensori dei diritti umani, i pacifisti critici e gli oppositori del governo, nel tentativo di soffocare tutta la critica indipendente. Si segnalano continuamente atti di tortura e altri trattamenti disumani, in particolare nelle carceri</strong></div><div align="justify"><strong>Amnesty Interntional </strong><strong></div><div align="justify"><br />Ennesimo processo per uno dei trenta tunisini arrestati nel 2006. Un iter giudiziario che ha il solo scopo di mettere il bavaglio all'opposizione<br /></strong><br />U n ennesimo processo si svolge in Tunisia, le cui udienze sono state aperte il 4 gennaio 2008. Si tratta di trenta tunisini arrestati nel 2006, che sono stati vittime di torture e a volte di abusi sessuali, verificati e documentati, nei centri di detenzione della polizia e/ nelle prigioni tunisine. </div><div align="justify"><br />Tra loro, il sig. Naoufel Ben Slimane Sassi, 45 anni, padre di quattro figli, esperto in gestione finanziaria e fiscale, che era stato arrestato nel suo ufficio nel centro di Tunisi mercoledى 14 giugno 2006.<br /></div><div align="justify">E' stato detenuto in segreto per tre settimane. In assenza di sue notizie, sua moglie ha depositato il 21 giugno 2006 una denuncia per rapimento presso il procuratore della Repubblica registrato sotto il n. 7028436/2006.In seguito, nel mese di luglio 2006, Sassi è ricomparso nella prigione di Tunisi, sottoposto a detenzione preventiva, per la cui regolarità, dal punto di vista delle procedure, si è resa necessaria una falsificazione del processo verbale di arresto.</div><div align="justify"></div><div align="justify">Il suo processo si è aperto il 4 gennaio 2008, un anno e mezzo dopo l'arresto.Naoufel Sassi ha pagato molto caro le sue opinioni. Nel 1990, era stato giudicato "appartenente a una organizzazione non autorizzata" e ha passato dieci mesi in prigione dopo aver subىto lunghe sedute di tortura. Nel 1993 egli è di nuovo arrestato, incarcerato segretamente e torturato per quaranta giorni, senza alcun giudizio. Dopo la sua liberazione, per sei anni, egli è stato privato de facto del diritto al lavoro, al passaporto, alla sicurezza sociale, e costretto a un regime molto duro di controlli amministrativi.</div><div align="justify"></div><div align="justify">In questa nuova vicenda, egli è perseguito per sei capi di imputazione in base agli articoli 11 fino al 21 della legge n. 2003-75 del 10 dicembre 2003 a proposito della quale Amnesty International dichiara: ".. la situazione dei diritti umani in Tunisia si presenta deteriorata dall'introduzione della legge antiterrorismo del 2003. Questo testo contiene una definizione vaga del terrorismo, che è stata utilizzata dalle forze di polizia per prendere di mira i difensori dei diritti umani, i pacifisti critici e gli oppositori del governo, nel tentativo di soffocare tutta la critica indipendente. Si segnalano continuamente atti di tortura e altri trattamenti disumani, in particolare nelle carceri. Centinaia di prigionieri politici detenuti legati a presunte attività terroristiche, in particolare prigionieri per ragioni di opinione, subiscono continuamente condizioni carcerarie considerate crudeli, disumane e degradanti, anzi di tortura."</div><div align="justify"></div><div align="justify">Si accerta, in seguito a delle verifiche, che parti intere del dossier di accusa della vicenda in corso provengono dal dossier di istruzione del processo del 1990 per il quale Sassi è già stato condannato e ha pagato una pena: gli interrogatori, i capi di accusa e le differenti testimonianze sono identiche. Ciٍ assomiglia semplicemente ad una operazione "copia/incolla", di conseguenza Sassi sarebbe giudicato due volte per gli stessi "fatti".</div><div align="justify"></div><div align="justify"><strong>Noi sottoscritti:</strong><br /></div><div align="justify">- Dichiariamo di essere profondamente preoccupati per la sua sorte e per quella di tutte le vittime delle pratiche giudiziarie e poliziesche, illegali rispetto a tutte le leggi e convenzioni di garanzia dei diritti umani e dei diritti delle persone in fase di giudizio.<br /></div><div align="justify">- Siamo attenti allo svolgimento del processo e siamo disponibili a sostenere qualsiasi iniziativa tesa a difendere i diritti del signor Sassi e alla denuncia dei gravi attentati ai diritti fondamentali di cui troppe persone sono oggetto in Tunisia.<br /></div><div align="justify"><strong>Primi firmatari:</strong></div><div align="justify"></div><div align="justify">Abdallah Samir - Regista, Francia; Acerbo Maurizio - Deputato; Italia; Aigon Odile - Francia; Aknin Luce - studente, Francia; Alouani Hafida - studente, Francia; Amici Sesa - deputata, Italia; Andalouci Siham - Francia; Angelini Corinne - Francia; Arab Chadia - Insegnante, Francia; Arnoux Philippe -Insegnante, Francia; Attina Dominique - Francia; Audette Emma - giornalista, Francia; Autexier Samuel - segretario redazione, Francia; Azais Serge - agricoltore, Francia; Bechara Soha - prigioniero del campo Khiam, libanese, Svizzera;Bénard Gilles - Francia; Ben Hiba Tarek - Consigliere regionale, Francia; Ben Kirane Zakaria -Ingeniere, Francia; Ben Sadia Hamida - Francia; Ben Said Mohamed - medico, Francia; Ben Yedder Nadhir - avvocato, Tunisia; Ben Youssef Adnane - ingeniere, Francia; Benezech Geneviève - farmacista, Francia; Berrabah Rabah- educatore, Francia; Bertrand Reynald - regista, Francia; Bettaieb Riadh - Associazione di solidarietà tunisina, Francia; Bhar Mohamed - musicista, Francia; Bianchi Sergio - editore, Italia; Blakey Maria - Artista australiano, Francia; Borvo Nicole - Senatrice, Francia; Bouamaied Ksila - Francia; Bouchardeau François - Editore, Francia; Bouchardeau Hélène - studente, Francia; Bouchardeau Johanna - Francia; Boughanmi Ezzeddine - insegnante, Francia; Boumediene-Thierry Alima - Senatrice, Francia; Bouteldja Naima - giornalista, Grand Bretagna; Bové José - agricoltore, Francia; Brafman Jean - Consiliere regionale, Francia;Braouezech Patrick - deputato, Francia; Bras Claire - professore, Francia; Bret Robert - senatore, Francia; Burgio Alberto - deputato, Francia; Busch Néli - agricoltore, Germania; Bussoni Ilaria - redattore, Italia; Cacciari Paolo - deputato, Italia; Caruso Francesco - deputato, Italia; Chaari Fethia - traduttrice, Francia; Chahal Nahla - antropologo ed editorialista, Francia; Chammari Khemaïs - Tunisia; Chammari Taoufik - Tunisia; Charara Walid - ricercatore, Libano; Cheneviere Cédric - apicoltore, Francia; Cherbib Mouhieddine - Francia; Chourabi Sofiène - giornalista, Tunisia; Chrii Mohammed Rachid - funzionario, Morocco; Cogodi Luigi - deputato, Italia; Combesque Marie Agnes - Francia; Copans Sylvain - ingegniere del suono, Francia; Cordeiro Albano -ricercatore, Francia; Cossic Adrian - Francia; Cours-Salies Pierre - professore universitario; Dahmani Iyed - informatico, Francia; Daimi Imed - ingegniere, Francia; Daumas Lucile - documentarista, Marocco; Deiana Elettra - deputata, Italia; Demessine Michelle - Senatrice, Francia; De Oliveira Rosa -disoccupato, Francia; Derouiche Imène - Canada; Di Salvo Paola, Arci, Italia; Djoufelkit Youssef - educatore, Francia; Dogot Delphine - giurista, Francia; Dreano Bernard - ispettore del lavoro, Francia; Duntze Nicolas - agricoltore, Francia; Duqué Marc - pensionato, Francia; Duranti Donatella - deputata, Italia; El Babili Mohamed - informatico, Francia; El Baz Ali -France; El Morabiti Laaroussi - sindacalista marocchino, Spagna; Fabing Bernadette - Francia; Farina Daniele - deputato, Italia; Fath Jacques - PCF, Francia; Flautre Hélène - parlamentare europeo, Francia; Folena Pietro - deputato, Italia; Fournier Pierre - Francia; Fraysse Jacqueline - deputato, Francia; Frias Mercedes - deputata, Italia; Gaillot Jacques -vescovo, Partenia; Gantin Karine - Francia; Gauthier Cécilia - Francia; Ghali Kamel - poeta e scrittore tunisino, Francia; Girard Youssef - studente, Francia; Gonthier-Maurin Brigitte - Senatrice, Francia; Graceffo Germana - giurista, Italia; Guadagno Luxuria Vladimir - deputata, Italia; Guedouar Moncef - imprenditore, Francia; Guérin Françoise - Francia; Haji Youssef - direttore Ong Franco-Marocchina, Palestina; Hajji Lotfi - giornalista, Tunisia; Hammami Lotfi - Francia; Hammoudou Mohamed - ingegnere, Marocco; Henry Marion - Francia; Iacomino Salvatore - deputato, Italia; Id Yassine Rachid - studente, Francia; Iznasni Nordine - Mouvement de l'Immigration et des Banlieues (MIB), Francia; Jani Jamel - Association des droits de la personne au Maghreb, Canada; Jaziri Houcine - Francia; Jendoubi Kamel - Presidente du Réseau Euro-Méditerranéen des Droits de l'Homme; Jeribi Maya - Segretario Generale del Partito Democratico progressista, Tunisia; Julinet Stéphane - giurista, Francia; Kakpo Nathalie - sociologo, Gran Bretagna; Korhili Kasser - Francia; Ksila Khémais - Francia; Lakehal-Brafman Adjera - Animatrice, Francia; Le Masson Richard - agricoltore, Francia; Lemaire Gilles - ex segretario generale Verdi, Francia; Leoni Carlo - deputato, Italia; Lombardi Angela - deputata, Italia; Louchene Karim - insegnante, Francia; Mainguet Anne-Marie - ACAT, Francia; Makri Yamin - editore, Francia; Manai Ahmed - pensionato, Francia; Mantovani Ramon - deputato, Italia; Marchesi David - pensionato, Francia; Marrucchelli Fernanda - Francia; Martinez Olivier - agricoltore, Francia; Martin Jeanine - funzionario, Francia; Marzouki Moncef - medico, Francia; Mascia Graziella - deputata, Italia; Maury Karine - Francia; Maury Céline - Francia; Mespoulet Vincent - inseganate, Francia; Mohamadi Alal Lhassane - insegnante, Marocco; Moraguès José Luis -Francia; Morain Suzanne - Francia; Moumne Morad - studente, Francia; Muller Rainer - Francia; Ollivier Marc - pensionato, Francia; Passerieux Antoinette - linguista, Francia; Perugia Mariacristina - deputata, Italia; Pinto Alfonso - Italia; Pontiac Mickaël - educatore, Francia; Porquet Cécile - Stati Uniti; Poyet Marie-Ange - regista, Francia; Rekaby Abdel-Amir -scrittore iracheno, Francia; Sabench Jean ardouane - agricoltore, Francia; Sassi Mondher - professore, Tunisia; Schwan Francis - Belgio; Seddik Ady - studente, Francia; Seddik Modhaffar - commerciante, Francia; Seddik Omeyya - Francia; Seddik Teym - studente, Francia; Seddik Youssef - scrittore tunisino, Francia; Sibony Michèle - inseganate, Francia; Siniscalchi Sabrina - deputata, Italia; Sissani Fatima - giornalista, Francia; Smeriglio Massimiliano - deputato, Italia; Sommer-Houdeville Thomas -Francia; Taleb Lenda - traduttrice, Francia; Taleb Nassima - Francia; Tari Ali - educatore, Francia; Tayah Latifa - Francia; Thabet Adel - informatico, Francia; Tixier Guillaume - Francia; Tomassini Antonia - Italia; Toscane Luiza - Francia; Trifi Mokhtar - avvocato, Tunisia; Tromparent Florence - Hostess, Francia; Vanhove Myriam - Francia; Zarka Pierre - Francia; Zebib Dounia - insegnanate, Francia; Zulueta Tana - deputata, Italia26/02/2008</div>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3682486401388067655.post-21122164871557917222008-02-26T08:47:00.000-08:002008-02-26T08:56:05.072-08:00Tunisie : Une nouvelle défaite pour la Justice et l'Etat de droit<div align="justify"><strong>Famille de Naoufel Sassi : <em>Nous considérons que ce jugement est inique, nous ne reculerons devant rien afin d'accomplir notre devoir de </em>"défendre ce qui est juste par ce qui est juste"<br /></strong><br /><strong>Hier, lundi 25 février,</strong> s'est tenue la dernière audience du procès n° 14504 à la première chambre criminelle du Tribunal de première instance de Tunis présidée par le juge Hédi Ayari.<br /><br /><strong>Ce procès</strong>, où ont été jugés 19 Tunisiens sur les 30 poursuivis au départ en vertu de la <strong>loi n° 2003-75 du 10 décembre 2003</strong> (les cas des 11 autres ayant été disjoints et rattachés à d'autres procédures) a été <strong>une illustration de toutes les violations des droits de la personne et de toutes les infractions à la procédure et aux lois et conventions en vigueur dont est capable la justice tunisienne. Naoufel Sassi, opposant de 45 ans, ancien prisonnier d'opinion et victime de la torture dans les années quatre-vingt-dix fait partie de ceux qui en ont fait les frais</strong>.<br /><br />Il est établi que <strong>l'usage de la torture physique comme méthode d'interrogatoire, la falsification de procès verbaux aux fins de "légaliser" des arrestations hors de tout cadre légal, la détention au secret ont été le lot des prévenus</strong>. Cela outre le fait même de l'application d'<strong>une loi dénoncée comme étant intrinsèquement liberticide et injuste</strong> par les organisations de défense des droits humains et les organismes de juristes et de magistrats.<br /><br />Lors des audiences du procès, et jusqu'aux plaidoiries de la défense lundi 25 février, <strong>il était clair pour tous les observateurs, pour tous les avocats comme pour les personnes concernées que l'absence d'éléments à charge justifiant les poursuites était désormais évidente</strong>. La famille, les amis et les avocats de Naoufel Sassi, comme le prévenu lui-même, se sont du coup laissés aller à un optimisme raisonné. <strong>Le verdict, communiqué le matin du mardi 26 février 2008 les a fait déchanter : des peines allant de deux à douze ans de prison ferme, huit ans pour Naoufel Sassi</strong>. Les avocats n'arrivent pas à trouver de justification légale à ces peines, et les attendus sont pour l'heure indisponibles.<br /><br /><strong>Nous considérons</strong> <strong>que ce jugement est inique</strong>, nous comptons mobiliser tous les moyens à notre disposition afin de le dénoncer et afin d'<strong>obtenir qu'une justice digne de ce nom soit rendue aux victimes de ce procès </strong>qui n'ont que trop souffert de l'arbitraire : Les prévenus, leurs familles et proches, leurs enfants...<br /><br /><strong>Nous remercions les avocats</strong> qui se sont mobilisés autour de ce procès et qui ont mené un travail admirable. <strong>Nous remercions toutes celles et tous ceux qui nous ont soutenus </strong>et qui se sont mobilisés pour ce qui leur semble juste. <strong>Nous leur demandons d'être encore à nos côtés, dans la mesure de leurs possibilités, pour ce qui s'annonce comme une bataille ardue pour la justice et la solidarité</strong>.<br /><br /><strong>Nous ne reculerons devant rien afin d'accomplir notre devoir de</strong> <em><strong>"défendre ce qui est juste par ce qui est juste";</strong></em> ni ne renoncerons à aucun de nos droits.<br /><br /><strong>Au niveau judiciaire, nous interjetons d'ores et déjà appel de ce jugement.<br /><br /></strong><br /><br /><br /><strong>Youssef Seddik (Philosophe et écrivain, France), oncle de Naoufel Sassi<br />Houda Ben Khaled Sassi (sociologue, Tunisie), épouse de Naoufel Sassi<br />Mondher Sassi (Professeur, Tunisie), frère de Naoufel Sassi<br />Omeyya Seddik (Cadre associatif et chercheur, France) cousin de Naoufel Sassi</strong></div>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3682486401388067655.post-38584690779447693082008-02-24T03:39:00.000-08:002008-03-07T06:44:53.698-08:00Pétition pour Naoufel Sassi : Grand nombre de signataires et forte mobilisation de personnalités nationales et internationales<span style="font-size:130%;"><span style=";font-family:verdana;font-size:180%;" >Tunisie - Justice pour Naoufel Sassi</span></span> (<span style="color: rgb(255, 0, 0);">Signatures mises à jour le 07/03/2008</span>)<br /><span style="font-size:130%;"><span style="font-size:180%;"></span><br /></span><span style="font-family:verdana;"><strong>Un énième procès se déroule en Tunisie dont les audiences ont été ouvertes le 4 janvier 2008</strong>. Il concerne trente tunisiens arrêtés en 2006 qui ont tous ont été victimes d’<strong>actes de torture</strong> et parfois d’abus sexuels, constatés et documentés, dans les centres de détention de la police et/ou dans les prisons tunisiennes.</span><br /><span style="font-family:verdana;"><br />Parmi eux, <strong>M. Naoufel Ben Slimane Sassi</strong>, 45 ans, père de quatre enfants, expert en gestion financière et en fiscalité a été arrêté devant son cabinet dans le centre de Tunis le mercredi 14 juin 2006. Il a été <strong>détenu au secret</strong> pendant trois semaines. Sans nouvelles de lui, son épouse a déposé le 21 juin 2006 une plainte pour enlèvement auprès du procureur de la République enregistrée sous le n° 7028436/2006.<br /><br />Par la suite, au mois de juillet 2006 M. Sassi est réapparu à la prison de Tunis, soumis à une détention préventive dont la régularité du point de vue de la procédure a nécessité une <strong>falsification du procès verbal d’arrestation</strong>. Son procès s’est ouvert le 4 janvier 2008, un an et demi après son arrestation</span><a title="" href="http://www.blogger.com/post-create.g?blogID=3682486401388067655#_ftn1" name="_ftnref1"><span style="font-family:verdana;">[1]</span></a><span style="font-family:verdana;">.</span><br /><span style="font-family:verdana;"><br />Mr Naoufel Sassi a payé très cher ses opinions. En 1990, il a été jugé pour « appartenance à une organisation non autorisée » et a passé dix mois de prison après avoir subi de longues séances de torture. En 1993 il est de nouveau arrêté, incarcéré au secret et torturé pendant quarante jours sans aucun jugement. Depuis sa libération, il a été privé pendant plus de six ans de facto du droit au travail, au passeport, à la sécurité sociale, et contraint à un régime très lourd de contrôle administratif.<br /><br />Dans cette nouvelle affaire, il est poursuivi pour six chefs d’inculpation sur le fondement des articles 11 à 21 de la loi n° 2003-75 du 10 décembre 2003 à propos de laquelle <strong>Amnesty international déclare : « (…) la situation des droits humains en Tunisie s'est manifestement détériorée depuis l'introduction de la Loi antiterroriste de 2003. Ce texte contient une définition vague du terrorisme, qui a été utilisée par les forces de sécurité pour viser les défenseurs des droits humains, les critiques pacifiques et les opposants du gouvernement, dans une tentative d'étouffer toute critique indépendante. Des actes de torture et d'autres mauvais traitements sont toujours signalés, notamment dans les prisons. Des centaines de prisonniers politiques détenus en lien avec des activités terroristes présumées, notamment des prisonniers d'opinion, subissent toujours des conditions carcérales constituant un traitement ou châtiment cruel, inhumain et dégradant, voire une forme de torture</strong> »</span><a title="" href="http://www.blogger.com/post-create.g?blogID=3682486401388067655#_ftn2" name="_ftnref2"><span style="font-family:verdana;">[2]</span></a><span style="font-family:verdana;">.</span><br /><span style="font-family:verdana;"><br />Il s’avère, suite à vérification, que des parties entières du dossier d'accusation de l'affaire en cours proviennent du dossier d'instruction du procès de 1990 pour lequel M. Sassi a déjà été condamné et a purgé une peine : Les interrogatoires, les chefs d'inculpation et les différents témoignages sont identiques. Cela ressemble tout simplement à une opération de "copier/coller", par conséquent M. Sassi serait <strong>jugé deux fois pour les mêmes "faits"</strong> !<br /><br /><strong>Nous soussignés :</strong><br /><br /><strong>1/</strong> Déclarons être <strong>profondément préoccupés</strong> par son sort et par celui de toutes les victimes de <strong>pratiques judiciaires et policières illégales</strong> du point de vue de toutes les lois et conventions protégeant les droits humains et les droits des personnes justiciables.<br /><br />2/ Sommes <strong>attentifs</strong> au déroulement de ce procès et sommes <strong>disponibles pour soutenir toute initiative </strong>visant à la défense des droits de Monsieur Sassi et à la dénonciation des graves atteintes aux droits fondamentaux dont trop de personnes sont l’objet en Tunisie.<br /><br /><strong>Premiers signataires :</strong><br /><br />Abdallah Samir – <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Réalisateur</span>, France<br /><br />Acerbo Maurizio – <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Député</span>, Italie<br /><br />Addassi Abdelhamid - <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Administratif</span>, Danemark<br /><br />Aigon Odile – <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Fonctionnaire territoriale</span>, France<br /><br />Aknin Luce – <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Etudiante</span>, France<br /><br />Alouani Hafida – <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Etudiante</span>, France<br /><br />Amici Sesa – <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Députée</span>, Italie<br /><br />Andalouci Siham – <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Correctrice</span>, France<br /><br />Angelini Corinne – <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Maire adjointe, prof. de comptabilité</span>, France </span><br /><p><span style="font-family:verdana;">Aouina Hammadi - <span style="color: rgb(255, 0, 0);">artisan</span>, France</span></p><p><span style="font-family:verdana;"><br />Arab Chadia – <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Enseignante</span>, France<br /><br />Arnoux Philippe – <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Enseignant</span>, France<br /><br />Attina Dominique – <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Artisan</span> italien, France<br /><br />Audette Emma – <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Journaliste</span>, France<br /><br />Autexier Samuel - <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Secrétaire de rédaction</span>, France<br /><br />Azais Serge – <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Paysan</span>, France<br /><br />Bechara Soha – <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Ancienne prisonnière du camp de Khiam</span>, libanaise, Suisse<br /><br />Bénard Gilles – <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Restaurateur</span>, France<br /><br />Ben Hiba Tarek - <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Conseiller régional</span>, France<br /><br />Ben Kirane Zakaria - <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Ingénieur</span> marocain, France<br /><br />Ben Sadia Hamida - <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Chef de projet</span>, France<br /><br />Ben Said Mohamed - <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Médecin</span> tunisien, France<br /><br />Ben Yedder Nadhir – <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Avocat</span>, Tunisie<br /><br />Ben Youssef Adnane - <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Ingénieur</span> Tunisien, France<br /><br />Benezech Geneviève – <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Pharmacienne</span>, France<br /><br />Berrabah Rabah- <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Educateur</span> spécialisé, France </span><br /></p><p><span style="font-family:verdana;">Bertho Alain – <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Universitaire</span>, France</span></p><p><span style="font-family:verdana;">Bertrand Reynald - <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Monteur-réalisateur</span>, France<br /><br />Bettaieb Riadh – <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Association Solidarité Tunisienne</span>, France<br /><br />Bhar Mohamed - <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Artiste musicien</span> tunisien, France<br /><br />Bianchi Sergio – <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Editeur</span>, Italie<br /><br />Blakey Maria - <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Artiste</span> australienne, France<br /><br />Borvo Nicole – <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Sénatrice</span>, France<br /><br />Bouamaied Ksila - <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Coordinatrice</span> d'association, tunisienne, France<br /><br />Bové José - <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Paysan</span>, France<br /><br />Bouchardeau François – <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Editeur</span>, France<br /><br />Bouchardeau Hélène – <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Etudiante</span>, France<br /><br />Bouchardeau Johanna - <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Assist. d'édition</span> autrichienne, France<br /><br />Boughanmi Ezzeddine - <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Enseignant</span> Tunisien, France<br /><br />Boumediene-Thierry Alima – <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Sénatrice</span>, France<br /><br />Bouteldja Naima – <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Journaliste</span>, Grande-Bretagne<br /><br />Brafman Jean - <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Conseiller régional</span>, France<br /><br />Braouezech Patrick – <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Député</span>, France<br /><br />Bras Claire – <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Professeur</span>, Française<br /><br />Bret Robert – <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Sénateur</span>, France<br /><br />Burgio Alberto – <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Député</span>, Italie<br /><br />Busch Néli - <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Paysanne </span>allemande, France<br /><br />Bussoni Ilaria – <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Rédactrice d'édition</span>, Italie<br /><br />Cacciari Paolo – <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Député</span>, Italie<br /><br />Caruso Francesco – <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Député</span>, Italie<br /><br />Chaari Fethia – <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Traductrice</span>, France</span></p><p><span style="font-family:verdana;">Chaari Najeh - <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Doctorant</span>, France</span></p><p><span style="font-family:verdana;">Chahal Nahla - <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Anthropologue et éditorialiste</span> libanaise, France<br /><br />Chammari Khemaïs - <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Expert-Consultant, ancien député</span>, Tunisie<br /><br />Chammari Taoufik – <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Cadre</span>, Tunisie<br /><br />Charara Walid – <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Chercheur</span>, Liban<br /><br />Cheneviere Cédric – <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Apiculteur</span>, France<br /><br />Cherbib Mouhieddine - <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Employé</span> Tuniso-français, France </span></p><p><span style="font-family:verdana;">Cherif-Chammari Alya - <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Avocate</span>, Tunisie<br /><br />Chourabi Sofiène – <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Journaliste</span>, Tunisie<br /><br />Chrii Mohammed Rachid – <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Fonctionnaire</span>, Maroc<br /><br />Cogodi Luigi – <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Député</span>, Italie<br /><br />Combesque Marie Agnes – <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Cadre</span>, France<br /><br />Copans Sylvain - <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Ingénieur du son</span>, France<br /><br />Cordeiro Albano - <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Chercheur-retraité</span>, France<br /><br />Cossic Adrian - <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Cadre administratif</span> espagnol, France<br /></span></p><p><span style="font-family:verdana;">Coupé Annick - <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Syndicaliste</span>, France<br /></span></p><p><span style="font-family:verdana;">Cours-Salies Pierre - <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Professeur des universités</span>, France<br /><br />Dahmani Iyed – <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Informaticien </span>tunisien, France<br /><br />Daimi Imed - <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Ingénieur</span> tunisien, France<br /><br />Daumas Lucile - <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Documentaliste</span> française, Maroc<br /><br />Deiana Elettra – <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Députée</span>, Italie<br /><br />Demessine Michelle – <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Sénatrice</span>, France<br /><br />De Oliveira Rosa - <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Sans profession</span>, France<br /><br />Derouiche Imène – <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Militante associative</span> tunisienne, Canada<br /><br />Di Salvo Paola, <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Cercle ARCI</span>, Italie<br /><br />Djoufelkit Youssef - <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Educateur</span>, France<br /><br />Dogot Delphine - <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Juriste </span>belge, France<br /><br />Dreano Bernard - <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Inspecteur du travail</span>, France<br /><br />Duntze Nicolas – <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Paysan</span>, France<br /><br />Duqué Marc – <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Retraité</span>, France<br /><br />Duranti Donatella – <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Députée</span>, Italie<br /><br />El Babili Mohamed – <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Informaticien</span>, France<br /><br />El Baz Ali - <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Coordinateur d'association</span> marocain, France<br /><br />El Morabiti Laaroussi - <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Syndicaliste</span> marocain, Espagne</span></p><p><span style="font-family:verdana;">Ezzaouia Khelil - <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Médecin</span>, Tunisie</span></p><p><span style="font-family:verdana;">Fabing Bernadette – <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Cadre</span>, France<br /><br />Farina Daniele – <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Député</span>, Italie<br /><br />Fath Jacques - <span style="color: rgb(255, 0, 0);">PCF</span>, France </span></p><p><span style="font-family:verdana;">Fischer Guy - <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Vice-Président du Sénat</span>, France<br /><br />Flautre Hélène – <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Députée Européenne</span>, France<br /><br />Folena Pietro – <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Député</span>, Italie<br /><br />Fournier Pierre - <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Retraité </span>d'hôpital, France<br /><br />Fraysse Jacqueline – <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Députée</span>, France<br /><br />Frias Mercedes – <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Députée</span>, Italie</span></p><p><span style="font-family:verdana;">Gadri Ridha - <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Chercheur</span>, Italie</span></p><p><span style="font-family:verdana;">Gaillot Jacques – <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Evêque</span>, Partenia<br /><br />Gantin Karine – <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Cedetim</span>, France<br /><br />Ghali Kamel – <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Poète, écrivain</span> tunisien, France<br /><br />Girard Youssef – <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Etudiant</span>, France<br /><br />Gonthier-Maurin Brigitte – <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Sénatrice</span>, France<br /><br />Graceffo Germana – <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Juriste</span>, Italie<br /><br />Guadagno Luxuria Vladimir – <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Députée</span>, Italie<br /><br />Guedouar Moncef – <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Entrepreneur</span> tunisien, France<br /><br />Guérin Françoise – <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Lingère</span>, France<br /><br />Haji Youssef - <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Directeur d'ONG</span> Franco-Marocain, Palestine<br /><br />Hajji Lotfi – <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Journaliste</span>, Tunisie<br /><br />Hammami Lotfi - <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Doctorant</span> tunisien, France<br /><br />Hammoudou Mohamed – <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Ingénieur</span>, Maroc<br /><br />Henry Marion – <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Jardinière</span>, France </span></p><p><span style="font-family:verdana;">Herman Patrick - <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Paysan, journaliste</span>, France<br /><br />Iacomino Salvatore – <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Député</span>, Italie<br /><br />Id Yassine Rachid – <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Etudiant</span>, France<br /><br />Iznasni Nordine – <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Mouv. de l'Immigr. et des Banlieues</span> (MIB), France</span></p><p><span style="font-family:verdana;">Jaffé Hélène - <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Médecin</span>, France</span></p><p><span style="font-family:verdana;">Jani Jamel - <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Ass. des droits de la personne au Magh.</span>, Canada<br /><br />Jaziri Houcine - <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Gérant</span> tunisien, France<br /><br />Jendoubi Kamel – <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Prés. du Rés. Euro-Méd. des Dts de l'H.</span>, France<br /><br />Jeribi Maya – <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Secr. Gén. du Parti Démocratique Progressiste</span>, Tunisie<br /><br />Julinet Stéphane – <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Juriste</span>, France </span></p><p><span style="font-family:verdana;">Kably Mohammed - <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Commerçant</span>, France<br /><br />Kakpo Nathalie – <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Sociologue</span> française, Grande-Bretagne<br /><br />Korhili Kasser - <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Coordonnateur </span>de formation, France<br /></span></p><p><span style="font-family:verdana;">Kousri Anwar – <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Avocat</span>, Tunisie</span><span style="font-family:verdana;"><br /></span></p><p><span style="font-family:verdana;">Ksila Khémais - <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Secr. Gén. de la L.T.D.H</span>, aide de biblioth., France<br /><br />Lakehal-Brafman Adjera – <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Animatrice</span>, France</span></p><p><span style="font-family:verdana;">Latif Zouhir - <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Reporter</span>, Grande-Bretagne</span></p><p><span style="font-family:verdana;">Le Masson Richard – <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Paysan</span>, France<br /><br />Lemaire Gilles – <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Ancien Secrétaire Général des Verts</span>, France<br /><br />Leoni Carlo – <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Député</span>, Italie<br /><br />Lombardi Angela – <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Députée</span>, Italie<br /><br />Louchene Karim - <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Educateur</span> de jeunes enfants, France<br /><br />Mainguet Anne-Marie – ACAT, France</span></p><p><span style="font-family:verdana;">Makhloufi Aicha - <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Congé parental</span>, France</span></p><p><span style="font-family:verdana;">Makri Yamin – <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Editeur</span>, France<br /><br />Manai Ahmed - <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Retraité</span> tunisien, France<br /><br />Mantovani Ramon – <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Député</span>, Italie<br /><br />Marchesi David - <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Retraité</span> britannique, France<br /><br />Marrucchelli Fernanda - <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Cadre associatif</span> italienne, France<br /><br />Martinez olivier - <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Conf. Paysanne du Gard, agriculteur</span>, France<br /><br />Martin Jeanine – <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Fonctionnaire</span>, France<br /><br />Marzouki Moncef - <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Médecin, P-Parole Congrès Pour la Rép.</span>, France<br /><br />Mascia Graziella – <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Députée</span>, Italie<br /><br />Maury Karine – <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Vendeuse</span>, France<br /><br />Maury Céline – <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Conseillère f</span>, France<br /><br />Mespoulet Vincent – <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Enseignant</span>, France<br /><br />Mohamadi Alal Lhassane – Enseignant- retraité, Maroc<br /><br />Moraguès José Luis - <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Maître de conférences</span>, France<br /><br />Morain Suzanne - <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Militante</span>, France<br /><br />Moumne Morad – <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Etudiant</span>, France<br /><br />Muller Rainer – <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Gérant</span>, France<br /><br />Ollivier Marc – <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Retraité</span>, France<br /></span></p><p><span style="font-family:verdana;">Ouarda Habib – <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Libraire</span>, France<br /></span></p><p><span style="font-family:verdana;">Passerieux Antoinette – <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Linguiste</span>, France<br /><br />Perugia Mariacristina – <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Députée</span>, Italie<br /><br />Pinto Alfonso – <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Doctorant</span>, Italie<br /><br />Pontiac Mickaël – <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Educateur</span>, France<br /><br />Porquet Cécile - <span style="color: rgb(255, 0, 0);"><em>Service assistant</em></span> française, Etats-Unis d'Amérique </span></p><p><span style="font-family:verdana;">Poupinet Nicole - <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Resp. Confédération Paysanne</span>, France<br /><br />Poyet Marie-Ange – <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Réalisatrice</span>, France<br /><br />Rekaby Abdel-Amir – <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Ecrivain</span> irakien, France<br /><br />Sabench Jean ardouane – <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Agriculteur</span>, France</span></p><p><span style="font-family:verdana;">Sassi Khaoula - <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Fonctionnaire</span>, Tunisie</span></p><p><span style="font-family:verdana;">Sassi Mondher - <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Professeur</span> de philosophie, Tunisie<br /><br />Schwan Francis - <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Militant pour les D.H</span>., Belgique<br /><br />Seddik Ady – Etudiant, France<br /><br />Seddik Modhaffar - <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Commerçant</span>, France<br /><br />Seddik Omeyya - <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Cousin de Naoufel Sassi</span>, tunisien, France<br /><br />Seddik Teym - <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Etudiant</span>, France<br /><br />Seddik Youssef – <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Ecrivain</span> tunisien, France<br /><br />Sibony Michèle – <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Enseignante</span>, France<br /><br />Siniscalchi Sabrina – <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Députée</span>, Italie<br /><br />Sissani Fatima – <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Journaliste</span>, France<br /><br />Smeriglio Massimiliano – <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Député</span>, Italie<br /><br />Sommer-Houdeville Thomas – <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Doctorant</span>, France<br /><br />Tabib Chawki – <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Avocat</span>, Tunisie<br /><br />Taleb Lenda – <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Traductrice</span>, France<br /><br />Taleb Nassima – <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Phytologue</span>, France<br /><br />Tari Ali - <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Educateur</span> spécialisé, France<br /><br />Tayah Latifa - <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Responsable de programme</span> ONG, France<br /><br />Thabet Adel – <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Informaticien</span>, France<br /></span></p><p><span style="font-family:verdana;">Theron Manu – <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Musicien</span>, Marseille<br /></span></p><p><span style="font-family:verdana;">Tixier Guillaume – <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Formateur</span>, France<br /><br />Tomassini Antonia – <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Historienne</span>, rédactrice parlementaire, Italie<br /><br />Toscane Luiza – <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Militante</span>, France<br /><br />Trifi Mokhtar – <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Avocat</span>, Tunisie<br /><br />Tromparent Florence - <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Hôtesse de l'air</span>, France<br /><br />Vanhove Myriam – <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Assistante</span>, France<br /><br />Zarka Pierre – <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Obs. des Mouvements de la Société</span>, France<br /><br />Zebib Dounia – <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Enseignante</span>, France<br /></span></p><p><span style="font-family:verdana;">Zid Imen – <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Ecolière</span>, Hollande<br /><br />Zid Jaafer – <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Bébé</span>, Hollande<br /><br />Zid Nisreen – <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Ecolière</span>, Hollande<br /><br />Zid Ranya – <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Maman</span>, Hollande</span></p><p><span style="font-family:verdana;">Zmerli Saadeddine - <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Médecin, ancien Ministre, Fondateur de la LTDH</span>, Tunisie</span></p><p><span style="font-family:verdana;"><br />Zulueta Tana – <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Députée</span>, Italie<br /></span><br /><br /><br /><br /><br /><br /><a title="" href="http://www.blogger.com/post-create.g?blogID=3682486401388067655#_ftnref1" name="_ftn1">[1]</a> Pour des détails quant à cette affaire, consulter : <a href="http://naoufelsassi.blogspot.com/">http://naoufelsassi.blogspot.com/</a><br /><a title="" href="http://www.blogger.com/post-create.g?blogID=3682486401388067655#_ftnref2" name="_ftn2">[2]</a> Voir le communiqué de presse "Tunisie. Annonce sur les droits humains, à l'occasion des vingt années de pouvoir du président Ben Ali" du 2 novembre 2007 <a href="http://www.amnesty.org/fr/for-media/press-releases/tunisia-human-rights-briefing-20th-anniversary-president-ben-alis-rule">http://www.amnesty.org/fr/for-media/press-releases/tunisia-human-rights-briefing-20th-anniversary-president-ben-alis-rule</a></p>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3682486401388067655.post-38948549987131558792008-01-18T05:31:00.000-08:002008-01-19T19:00:36.481-08:00عريضة - العدل لنوفل ساسي<div style="text-align: right;"><span style="font-size:180%;"><span style="font-weight: bold;">عريضة</span><br /><br /><span style="font-weight: bold;">تونس- العدل لنوفل ساسي</span></span><br /><br /><span style="font-size:130%;">تنعقد هذه الأيام واحدة من بين عدد (يكاد لا يحصى) من المحاكمات الشّبيهة الّتي تثار أمام القضاء التونسيّ، افتُتحت أُولى جلساتها في الرابع من شهر يناير/كانون الثاني 2008. المتَّهَمون فيها ثلاثون تونسي كانوا قد أوقفوا خلال سنة 2006، تعرّض كلّ منهم لأشكال عديدة من التعذيب وأحيانا لتعدّيات جنسيّة ارتُكبت بحق بعضهم في المعتقلات التّابعة لوزارة الدّاخلية أو داخل السّجون الـتّونسيّة، وقد تمّ رصد وتوثيق قسم هامّ من هذه الممارسات. من بين هؤلاء، السّيّد نوفل ساسي البالغ من العمر 45 سنة، والد لأربعة أطفال ويعمل بصفته خبيرا في الجباية والتّصرّف المالي، أوقف يوم 14 يونيو/حزيران 2006 أمام مقرّ عمله في وسط العاصمة تونس. مضت حينها ثلاثة أسابيع على اعتقاله سرّا دون أن يعلم ذووه شيئا عنه أو عن مكان احتجازه، توجّهت خلالها زوجته لرفع شكوى اختطاف تحت رقم 7028436/2006 لدى وكيل الجمهوريّة بتاريخ 21 يونيو/حزيران 2006.<br /><br />مع حلول شهر يوليو/تموز من عام 2006 تمّ الإعلان عن وجود السّيّد نوفل ساسي داخل السجن المدني بتونس على ذمّة الإيقاف الـتّحفّظي، بعد أن زُوّر محضر توقيفه لإضفاء صفة قانونية على ذلك الإجراء. وبالنّظر إلى تاريخ افتتاح جلسته هذه، يكون قد أمضى مدة تربو عن السّنة ونصف </span><span style="font-size:130%;">ال</span><span style="font-size:130%;">سنة موقوفا في سجون الّسّلطة(1).<br /><br />دفع السّيّد نوفل ساسي ثمن آرائه باهضاً، فقد حوكم في سنة 1990 بتهمة الإنتماء لمنظمة غير مرخَّص بها وسُجن مدّة عشرة أشهر كان تعرّض أثناء الإيقاف الذي سبقها لشتّى أصناف التّعذيب. ثمّ عاد ليوقَف مجدّداً سنة 1993 ويُحبَس سرّاً ويُعذَّبَ طيلة أربعين يوما دون أيّ محاكمة، أطلق بعد ذلك سراحه فظلّ ممنوعاً من العمل و حُرم من حقّه في حيازة جواز سفر ومن التّمتّع بالضّمان الاجتماعي، ناهيك عن خضوعه لنظام رقابة إدارية شديد.<br /><br />وبخصوص القضيّة الرّاهنة، فقد وُجّهت له ستُّ تُهم استندت إلى الموادّ 11 إلى 20 من القانون رقم 75-2003 الصّادر في 10 ديسمبر/كانون الأول 2003 الّذي أعلنت بشأنه منظّمة العفو الدّوليّة ما يلي : "عرف الوضع المتعلّق بحقوق الإنسان في تونس تدهورا ملحوظاً منذ بدء العمل بقانون مكافحة الإرهاب الصّادر سنة 2003. فقد تضمّن هذا النّصّ تعريفا غامضا عن الإرهاب، ما لبث أن وُظّف من قبل أجهزة الأمن لاستهداف المدافعين عن حقوق البشر وأصحاب الآراء السّلميّة الناقدة للنّظام القائم ومعارضي الحكومة، سعيا إلى لجم كلّ نقد مستقلّ. كثيرا ما كُشف عن ممارسات تعذيب وسوء معاملة لا سيّما داخل السّجون حيث يتمّ إيقاف المئات من السّجناء السّياسيّين بزعم قيامهم بأنشطة إرهابيّة. يعاني هؤلاء باستمرار، وخاصّة سجناء الرّأي منهم، من ظروف أسر تتخلّلها عقوبات ومعاملات بالغة القسوة والإذلال اللّا إنسانيّ، نعدّها من أصناف التّعذيب"(2).<br /><br />زيادة على ذلك فقد تبيّن بعد المراجعة أنّ أجزاءا كاملة من ملفّ الإتّهام في هذه القضيّة قد اقتُطعت من ملفّ التّحقيق الخاصّ بمحاكمة سنة 1990 الّذي سبق أن أُدين بموجبه السّيّد نوفل ساسي واستكمل عقوبته، منها استجوابات وعناصر اتّهام وشهادات، فكان. يكون بهذا السّيّد ساسي يحاكم مرّتين جزاءا للأحداث المزعومة ذاتها !<br /><br /><span style="font-weight: bold;">إنّا الموقّعون أدناه</span><br /><br /><span style="font-weight: bold;">1/ نُعلن اهتمامنا البالغ بمصير السّيّد نوفل ساسي وبمصير كلّ ضحايا الممارسات القضائيّة والأمنيّة الجارية في تونس، غير الشّرعيّة من منظور كلّ القوانين والمعاهدات الحامية لحقوق البشر وحقوق الأشخاص المقاضين.</span><br /><br /><span style="font-weight: bold;">2/ نعلن أنّا نراقب عن كثب سير هذه المحاكمة وأنّا على استعداد لمساندة كلّ مبادرة تسعى للدّفاع عن حقوق السّيّد نوفل ساسي، وللتّشهير بالنّيْل من الحقوق الأساسيّة الّذي طال العديد من المواطنين في تونس.</span><br /></span><br /><br />------------------------------------------<br />(١) للتّعرّف على تفاصيل القضية تمكن زيارة الموقع التالي :<br />http://naoufelsassi.blogspot.com<br /><br />(٢) اطّلع على البيان الصحفي "تونس : إعلان عن حقوق الإنسان بمناسبة عشرينية حكم الرئيس بن علي" المؤرّخ في يوم ٢ نوفمبر/تشرين الثاني ٢٠٠٧ :<br />http://www.amnesty.org/fr/for-media/press-releases/tunisia-human-rights-briefing-20th-anniversary-president-ben-alis-rule<br /><br /><br /><span style="font-size:180%;"><a href="http://www.lapetition.com/sign1.cfm?numero=1470">للإمضاء إكبس هن</a></span>ا<br /><br /><span style="color: rgb(255, 0, 0);font-size:180%;" >أو أرسل إسمك الكامل ومهنكتك ومقر سكناك وعنوانك الإلكتروني إلى<br />ou-est-naoufel@no-log.org</span><br /></div>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3682486401388067655.post-29768163630288221542008-01-16T04:49:00.000-08:002008-01-16T11:59:56.494-08:00À mon très cher Naoufel<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg2h7z7owsgb7JVa0sJJ8LaTOAOCoRlvYjUwKJKTRnElkNfIVv5fZx8kXIogdQdwXCpPiWvT9Y_RtqRuG5R28EK6sq8DAuVlSymxpr8ormxfqarN5wXQuVMaEkWA8hrres5epR2QQ9Qf6s/s1600-h/tatta.jpg"><img style="margin: 0pt 0pt 10px 10px; float: right; cursor: pointer;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg2h7z7owsgb7JVa0sJJ8LaTOAOCoRlvYjUwKJKTRnElkNfIVv5fZx8kXIogdQdwXCpPiWvT9Y_RtqRuG5R28EK6sq8DAuVlSymxpr8ormxfqarN5wXQuVMaEkWA8hrres5epR2QQ9Qf6s/s400/tatta.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5156164868471567490" border="0" /></a><br /><div style="text-align: right;"><span style="font-weight: bold;"><span style="font-size:130%;">Par Mondher Sassi</span><br /><br /></span></div><div style="text-align: justify;">J’avais à peine 15 ans quand j’ai appris que mon frère aîné était détenu pour des raisons dites alors politiques. C’était en septembre 1981, l’appareil du régime de Habib Bourguiba se déchaînait contre les élèves et les étudiants lors des événements accompagnant la fondation du Mouvement de la Tendance Islamique (MTI). Je me souviens avoir alors été tiraillé entre deux sentiments : le chagrin de perdre un co-supporter tenace du Club Africain, mon habile entraîneur de lutte et de football d’une part ; la fierté d’avoir un frère qui, estimais-je naïvement, s’élançait sur le sillage patriotique d’un homme grandissime, notre grand-père « Sidi » cheikh Hafnaoui et de notre père cheikh Slimane, naguère irréductibles militants contre le colonisateur français.<br /><br />Peu à peu l’image de mon intime complice se dissipait, il ne m’était plus donné de vanter ma bravoure auprès de lui après avoir emporté un duel contre un camarade du quartier, ou après avoir marqué un but dans un match de football. Soumis très tôt à une épreuve si pesante, Naoufel n’appartenait désormais plus à notre heureux monde enfantin, son expérience l’emportait loin de nos préoccupations communes. J’admirais désormais son endurance face aux harcèlements policiers et sa nouvelle qualité d’étudiant calé et persévérant. Mon envie était alors insatiable de le voir, ardent polémiste, dialoguer avec untel de ses semblables, espérant lui être un jour un interlocuteur égal et faire partie de son cercle.<br /><br />Bien plus tard, de retour en Tunisie d’un long séjour d’études et de travail au Liban, j’avais un désir éperdu de récupérer mon riche univers familial et surtout de retrouver mon vieil ami. Je croyais m’être pourvu d’une importante provision d’informations sur ce coin du monde dont Naoufel a tant chéri la résistance et le rayonnement culturel. Je ne m’attendais pas à découvrir chez cet homme interdit depuis de longues années de franchir les frontières de son pays cette connaissance précise de la vie politique, sociale et culturelle de la région où je résidais. Parfois, je m’empêtrais dans des explications confuses pour m’élever au niveau de pertinence de ses analyses des divers enjeux et des nombreux clans et partis politiques dont foisonne la terre du Liban.<br /><br />Naoufel est un homme stoïque, imperturbable. Il a toujours été pour moi l’aîné soucieux de ne pas transmettre le moindre sentiment de faiblesse devant la plus grave des situations. Il agira plus tard de même avec son fils Mohamed Ikbal (unique héritier du caractère taquin de son père) qui m’a un jour innocemment confié n’avoir jamais rencontré un homme d’une vigueur égale à celle de son papa. Quant à ses deux filles, Cheyma et Wala, elles ne cessent de nous interroger sur les raisons de la détention de leur père, alors que rien en lui ne leur semble incorrect.<br /><br />Aujourd’hui, les absurdités juridico-policières tunisiennes semblent devenir tout à fait ordinaires, relevables par les esprits les plus simples. Par exemple, rien n’est plus aussi facile pour un agent de police que de coller l’attribut de "salafiste" à qui bon lui semble. Naoufel peut être traité de tous les qualificatifs sauf celui de "salafiste". Son attachement à la musique et aux arts (loin d’être les passions d’un adepte de ce courant religieux) suffit pour moi à le "disculper" d’une telle orientation. Je me rappelle de son admiration immense pour Feyrouz, Najet Essaghira, Marcel Khalife, pour les groupes engagés de chanteurs marxistes tunisiens et pour tant d’autres grandes voix qu’il continue à être habitué d’écouter. Par ailleurs, il faut peut-être noter pour ceux qui ne le connaissent pas que l’un des principes fondamentaux du "salafisme" est l’interdiction totale de figurer avec sa femme sur une photo.<br /><br />Quoi qu’il en soit, il est peut-être rassurant pour les libres esprits enfermés dans les geôles du pays --et pour n’importe quel observateur du déroulement de l’Histoire qui sait que nul ne peut échapper à ses ruses-- de se rendre compte que cette politique en cours qui veut à tout prix entraîner le pays dans le chaos est le signe avant-coureur de la fin tragique d’un règne qui va droit au suicide.<br /></div>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3682486401388067655.post-41211290424595451872008-01-11T08:06:00.000-08:002008-01-16T12:15:29.680-08:00Naoufel Sassi, Portrait par Youssef Seddik<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgfl22qWoNxX_HjCWK_DxPgsMF1cXGdNcIzAgPSRvdnLR7Vwe9tjvhI1NdUfsAQw1A1ucBeNccN7Eb4TB-ZdumGQe5QjIFIG6MLATTVRn7qlDRJO3HSv9LuFD4KSivY3gvDD7TwQ-VMuMc/s1600-h/trio.jpg"><img style="margin: 0pt 10px 10px 0pt; float: left; cursor: pointer; width: 244px; height: 305px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgfl22qWoNxX_HjCWK_DxPgsMF1cXGdNcIzAgPSRvdnLR7Vwe9tjvhI1NdUfsAQw1A1ucBeNccN7Eb4TB-ZdumGQe5QjIFIG6MLATTVRn7qlDRJO3HSv9LuFD4KSivY3gvDD7TwQ-VMuMc/s400/trio.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5155502309636617314" border="0" /></a><br /><div style="text-align: justify;">Je préparais mon bac quand tu es né le 14 février 1962, (un européen ne manquerait pas de relever qu’il s’agit de la saint Valentin). Dès tes premiers mois, je me souviens des redoutables bagarres entre mon frère cadet et moi à qui te prendrait dans ses bras et te ferait balancer sur son torse pour que tu te mettes à éclater de rire. Avec mes frères, tes oncles, nous t’avons transmis les premiers petits bonheurs, les premiers petits savoir-faire, les premières petites intelligences. Je te connais au moins aussi bien que mon fils aîné Omeyya que je devais avoir juste cinq ans après ton arrivée au monde. Alors, personne sauf tes géniteurs, ne peut prétendre te connaître plus ou mieux que moi. Surtout pas un flic interrogateur ou un juge « à dossiers ».<br /><br />Dès ton adolescence je me souviens même de ce moment de grâce, comme tu aimes à l’appeler, ce moment où tu as mis brusquement fin à tes errements scolaires, à tes mauvaises fréquentations dans les cercles des joueurs de <span style="font-style: italic;">Noufi</span> * dans notre quartier de Bab el-Djedid, pour te donner un autre modèle à imiter : ton grand-père, mon propre père. Un homme, « si » Hafnaoui, d’un métal unique fait d’un patriotisme héroïque puisqu’il a passé de longues années dans les geôles coloniales, et d’une foi en Dieu aussi pure que celle d’Abraham « qui n’habillait pas sa foi de démesure », comme dit de lui le Coran.<br /><br />C’est dans cet esprit que tu as affronté tes études supérieures et que tu as réussi brillamment aux HEC de Tunis, dans le domaine du commerce et des finances. Tu ne manquais pas alors une seule prière de la journée, tu t’adonnais à des jours de jeûne de surcroît, en plus du mois sacré, et tu lisais souvent dans le Livre révélé. C’est à ce moment là que, de retour en Tunisie après mes études en France, je t’ai redécouvert habile polémiste contre mes idées « laïques ». Et que nous n’avons plus, dès lors, cessé d’affronter nos points de vue en la matière. Très souvent, ce tumultueux forum se passait alors que feue ta maman, ma grande sœur Naziha, se tenait entre nous, la peur au ventre croyant à chaque instant que notre vif échange allait nous conduire au pire, à la colère, à la rupture ou à la violence. Ton père, feu « si » Slimane, n’était jamais loin de la scène et j’avais toujours le sentiment qu’il était de mon côté mais ne voulait pas, par son intervention, envenimer davantage l’ambiance. Jamais, jamais tu ne m’as manqué de respect, malgré le ton bouillonnant de tes propos, jamais par un geste incongru, tu n’avais manifesté autre chose que ton amour pour moi et ton estime pour la pensée même quand elle est contraire à tes opinions.<br /><br />Avant ton mariage, et au début des années 80, je t’avais aidé à venir auprès de moi en France pour entamer tes études de troisième cycle. De notre logement du côté de l’Opéra tu n’avais voulu apprendre de Paris que le seul itinéraire vers la Place de l’Ermite, où se trouve la grande mosquée de Paris, et tu as fini par retourner dans notre pays, insensible aux attraits de la ville de Lumières. De ta prison, ces mois-ci, tu me l’as rappelé dans une lettre émouvante où tu m’as écrit entre autres : « Souviens-toi, tonton Youssef, de mon chagrin et de ma déprime quand j’étais loin de la Tunisie, pourtant confortablement installé chez toi, et devant un horizon universitaire précis et important…c’est que jamais, je ne peux vivre ailleurs que sur cette terre bénie et, crois moi, dès mon retour et ma sortie de l’aéroport, je me suis mis à embrasser les murs… »<br /><br />Non seulement tu as donné le nom prestigieux de Mohamed Ikbal à ton aîné, en souvenir de l’auteur le plus lumineux de l’islam contemporain, mais dès ta sortie d’une épreuve de jeunesse qui t’avait valu quelques mois d’incarcération en 1990 tu t’étais attelé à produire de la vie, de la tendresse en recevant coup sur coup trois autres petites filles. Qui peut raisonnablement t’accuser d’une volonté de détruire, de terroriser ou de désirer répandre la corruption sur la terre, comme il est dit dans les chefs d’accusation qui te tiennent éloigné de tes gosses depuis maintenant vingt mois ?<br /><br /><br /><span style="font-style: italic;">*Noufi : déformation du français Neuf (9). Un jeu d’argent qui consiste à avoir en main sur trois cartes la plus forte addition de points, sachant que la somme de neuf points ramène à zéro.</span><br /></div>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3682486401388067655.post-47227195554538560112008-01-11T07:51:00.000-08:002008-01-11T16:17:52.991-08:00عن الحرب على الإرهاب والنموذج التونسي... وابن عمّتي نوفل<div style="text-align: right;"><span style="font-weight: bold; color: rgb(102, 0, 0);font-size:180%;" ></span><br /><span style="font-weight: bold;font-size:130%;" >أميّة نوفل الصدّيق *</span><span style="font-size:130%;"><br /><br /></span><span style="font-weight: bold;font-size:130%;" >تعدّدت في السنوات الأخيرة حالات التوقيف التّعسّفي والاعتقال دون تُهَم مُعلنة وخارج الأطر القانونية للحقّ العام، طالت جمْعاً هامّاً من أبناء تونس وبناتها.</span><span style="font-size:130%;"> لا نملك تفاصيل حيثيات كل هذه الأحداث، لما أحاط بها من سرّيّة وتعتيم، ومن امتناع السلطات المسؤولة عن الإدلاء بأي معطيات مفيدة، لكنّنا نعلم حقّ العلم ما عانته أسرهم من آلام، وما تحمّلته من عذاب ومن خوف على حال «المخطوفين» وعلى مآلهم.<br /><br />بعد غياب يمكن أن يدوم أسابيع أو أشهراً، حسب حظّ المعني بالأمر، وحسب قدرة ذويه على التأثير في الجهات النافذة، يظهر المختفي أو المختفية في سجن من سجون البلاد في ثوب المتّهم بارتكاب أعمال لا يصدّق من عايشه أنه ارتكبها. فتكون آثار الجراح الدّفينة في تعابير وجهه وفي اللامنطوق من كلامه وفي نظراته حين مقابلته لذويه، تكاد تنسي ما خلّفه الضّرب المبرح من علامات بيّنة على جسده.<br /><br /><br />عَلِم كاتب السطور باختفاء ابن عمّته من مقرّ عمله في العاصمة تونس خلال شهر حزيران/يونيو 2006. بقي نوفل ساسي والد الأطفال الأربعة بعد اختطافه في زنزانات البوليس السياسي مدّة أسبوعين جابت خلالهما السيدة زوجته مكاتب المصالح الرسمية المعنيّة تسأل عن مكان زوجها فيجيب المسؤولون بنفي وجوده عندهم. فكانت في كلّ يوم تعود، مصرّة على توجيه السؤال لكلّ الرسميّين من أدنى أعوان السلطة حتى أعلى هرمها، معلنة غيرتها على حقوق زوجها وحقوقها، ملقّنة درساً في الشجاعة والكرامة والوفاء لكلّ من نسي ما هو نفيس في نفسه.<br /><br />بعد خمسة عشر يوماً، نُقِلَ نوفل من دهاليز وزارة الداخلية إلى السجن المدني في العاصمة، فتأكّدت العائلة من أنه حيّ. كان هذا الخبر بمثابة البشرى في أوّل الأمر، ثمّ لمّا عُلِم بما تعرّض له من تعذيب ومن إهانات (وفيها ما كان يخجل من وصفه أثناء المقابلات القصيرة المسموحة تحت رقابة السجّانين)، ولما عُرف ما كانت تحوكه أجهزة الأمن من سيناريوات للزجّ به وبغيره في صفقة أمنية دولية لا دور له فيها غير دور حطب النار، انقلبت البشرى شؤماً والفرحة خوفاً، ثم غضباً بارداً.<br /><br />قضى نوفل سنة ونصف السنة في السجن قيد التوقيف التحفّظي، توفّي خلالها والده. وها هو تقرير ختم البحث يأتي بالتهم المنسوبة إليه وبحيثيات إثباتها، فإذا بها مستندة كلّها إلى شهادات أنكرها أصحابها حالما مثلوا أمام قضاء التحقيق، أي حالما انتُزِعوا من أيادي أعوان الأمن المكلّفين الاستجواب. وإذا بفقرات كاملة من التقرير منسوخة حرفيّاً من ملفّ تحقيق محاكمة جرت سنة 1990 وتمّ بتّها، وإذا به خاوٍ من أيّ عنصر من عناصر البرهان القضائي المتداولة والمقبولة... لكن هزالة التهم واهتزاز مقوّمات الإدانة في بلادنا لا تحمل الطرف المدافع آليّاً على التّفاؤل كما في باقي الدول، فهي تشير لكون محدّدات المحاكمة لا تمتّ للقانون ولا لقواعد الإجراء القضائي ولا لحقيقة الأحداث بصلة،</span><span style="font-weight: bold;font-size:130%;" > لذا وجب توسيع رقعة الدفاع</span><span style="font-size:130%;">.<br /><br />ولذا يجب فهم القضية من خلال سياقها العام، وربط الاهتمام بمصلحة المُقاضَى، دائماً، بالتزام همِّ المصلحة العامّة. قضيتنا تبتدئ جلساتها يوم ٤ يناير/كانون الثاني ٢٠٠٨.<br /><br /><br />لا يمكن لأيّ متابع لأساليب إدارة شؤون الدّولة في بلادنا إلّا أن يلحظ نزوع قوى الأمن وجهاز القضاء المتنامي منذ بضعة سنين لاتخاذ مقولة «مواجهة الإرهاب» ذريعة لتطبيق شتّى أشكال التنكيل والتعذيب، وحجّة لإرساء الإجراءات الاستثنائيّة قاعدة دائمة للممارسة الأمنية، وللاستعفاء من القوانين الحامية للمواطنين، بل من كلّ القيم الأخلاقية والاعتبارات الحضارية المكوّنة لوعينا وهويتنا وكرامتنا.<br /><br />لا تقتصر آلة القمع المتسترة وراء «مكافحة الإرهاب» هذه، على ضرب بعض المعنيّين من الناشطين السياسيّين أو غير الناشطين وذوي قرباهم، بل إنّها بمثابة شفرة السّيف المسلَط على شعب بأسره، تبثّ فيه الفزع وتحقن في أعمق طيّاته مخدِراً لتلك الفطرة التي تجعل الناس يتآزرون على الصعاب ويتضامنون في المآسي.<br /><br />هكذا يصبح الجار يتعامى على ما يحلّ بجاره خشية من التورّط في «مساندة الإرهاب» (الفصل 17 و19 من قانون مكافحة الإرهاب الصادر في 10 كانون الأول 2003)، والأخ يمتنع عن نصرة أخيه، ولو كان مظلوماً، تحاشياً لتهمة «التواطؤ بقصد عمل إرهابي» (الفصل 13 من القانون نفسه)، ويصبح الابن مُخْبر شرطة على أبيه.<br /><br />وبهذا تُستَورَد بذرة الحقد والكراهية بين المضطهدين وإدخال بوادر الحرب الأهليّة إلى عقر ديارنا وإلى صميم أسرنا، فيكاد يكتمل المشروع العَوْلمي المتمثّل في تعميم و«دمقرطة» الحرب الأهلية الدائمة. أمّا الإنجاز النهائي للمشروع إياه، فلن يُعلَن قبل أن يصبح فم الواحد منّا ينْهَش ساعِده، وقبل أن تتوجّه رجْلايَ لأقرب مخفر أمن للوشاية بانحيازي الكامل لخط المقاومة في لبنان وبما يغمر قلبي من تعاطف مع المقاومة الشعبية العراقية وما يتضمّنه ذهني من إكبار لصمود الشعب الفلسطيني وإبائه، علماً بأنّ هذه المشاعر والتعبير عنها قد يمكن إدراجها ضمن «القيام بالدّعاية لاقتراف جرائم إرهابيّة» (الفصل 12 من قانون 2003).<br /><br />هذا التطوّر يتجاوز طبعاً الحدود التونسية. فقد أضحى التعاون (الأمني والقضائي والعسكري) في مكافحة الإرهاب هو المجال الأساسي لإعادة ترتيب وضبط جهاز الهيمنة المعولمة على شعوب الأرض وخيراتها. لكن تونس، هذا القطر الصغير المتوسّط للبحر المتوسّط، بسبب موقعه الجغرافي وانفتاحه الثقافي والاقتصادي والتركيبة الإدارية والسياسية للسلطة فيه، يكتسي أهمية نموذجيّة في نمط إنتاج وتراكم التقنيّات الأمنية وآليات السيطرة على الأجساد والنفوس.<br /><br />لا تملك تونس من الخيرات الطبيعية ما يمكن تصديره والانتفاع من بيعه ومن اقتصاص عمولة السمسرة من ثمنه إلا القليل. لذا، إلى جانب الاتجار بما بقي من خيرات عامّة بعد خصخصتها، وهي لا تكاد تفي بأدنى الحاجات المعيشيّة للعِبَاد، فقد اختصّ الماسكون بزمام جهاز السلطة في تطوير منظومة الإدارة الأمنية للمجتمع، وابتكار الأدوات البوليسية والقضائية والاستعلامية المناسبة للعهد الأمني الديموقراطي السعيد القادم. تُعَدّ هذه المهارة أهمّ عناصر القيمة التفاضلية التي يمتاز بها النظام التونسي في التقسيم الدولي الراهن للعمل، يتقاضى مقابله ما يحتاج إليه من مساعدات مالية ودعم سياسي من مراكز الأمر والقرار العالميّين.<br /><br />فأصبح تراب الجمهورية الخضراء ميدان تجارب، وسكّانها جرذان مختبر لإنتاج البضاعة الأمنية وتوزيعها على السوق العربية الإسلامية، ولتزويد «الشركاء» الأميركيّين والأوروبيّين بروايات عن شبكات ومشاريع إرهابية لا إثبات ولا براهين على وجودها غير اعترافات يتعذّر التحقّق منها بسبب غياب كلّ شروط المحاكمة العادلة وانعدام احترام حقوق الدفاع. بل إنّه يصعب على أي مراقب للقضايا المعنية لم تُشْترَ ذِمّته، ألّا يقتنع بأنّ أغلب الاعترافات مصطنعة ومنتزعة تحت التعذيب، ولا سيما أنّ كل المعترِفين تقريباً يصرخون حالما تسنّى لهم الكلام خارج زنزانات التحقيق، مؤكّدين أنه لا علاقة لهم بما جاء في محاضر الاستجواب وأن توقيعهم قد اقتُلع منهم بواسطة أشكال عديدة من التعذيب. ثم يهمّون بوصف تلك الأشكال، وإذا بها متشابهة من متّهم لآخر ومن قضية لأخرى، ومطابقة لما هو بمثابة مجلّة إجرائيّة جديدة محدِّدة لفنون التعذيب، يبدو أنها قيد الإتمام والتعميم لتصبح مرجعاً من مراجع المعايير الإجرائية الدولية.<br /><br />قد يرى القارئ في هذا الوصف شيئاً من المبالغة، وقد يجد أنه لا حاجة لمختبر تونسي (أو أردني، أو إماراتي...) بما أن الأميركيّين يقومون بالعمل نفسه، بدرجة عالية من الضمير المهني والإتقان في أبو غريب وغوانتنامو وباغرام وغيرها من الأماكن ذات الأسماء الغامضة المثيرة.<br /><br />نقول للقارئ متآسّفين لعدم قدرتنا على طمآنته آّننا لسنا من المولعين بالتّنديد والتّظخيم الشّعاراتي والحسرة والإكتئاب، ولسنا من الّذين يريدوا لآنفسهم ولقضاياهم شرعيّة مستمدّة من صفة الضّحيّة المغلوبة على آمرها، لذا فإنّا لا نسوق آمرا لم نتثبّت منه و لم ندقّق البحث فيه ولو كان يعيننا على إدانة آعدائنا، فدقّة التّصويب و سداد الرّاي يساعدان على إدراك المرمى، لا المغالاة الملامة والبكاء.<br /><br />ونقول له بأسف آشدّ آنّ الهدف الاستراتيجي لعدوان التحالف بالزعامة الأميركية ليس الاكتفاء بزرع بعض المواقع المحصّنة في ميادين المواجهة العسكرية المباشرة، يمارس فيها من الأعمال الشنيعة والبشعة ما يُنسَب إلى الوجه المظلم الاستثنائي لقوّة يمكنها بالتزامن أن تكون مروِّجاً للسلام والحرية والرّخاء لباقي الإنسانية. إنّ المرحلة اللاحقة للحملة الوقائية الكونية هي تطبيع ذاك الاستثناء ونشره على امتداد البسيطة، إلى أن تُفَكَّ كلُّ روابط التضامن بين النّاس (الوطنية والطبقية والدينية، وحتّى العائلية والودّية)، وتُذَوَّب كلّ عوامل حصانة الشعوب والأمم والجماعات. يصبح آنذاك الإذعان الكامل لقوّة الاستبداد وحدها، والخوف والاستسلام الدائمان، سنن حي</span><span style="font-weight: bold;"><span style="font-size:130%;">اتنا. لذا وجب توسيع رقعة الدفاع</span>.<br /><br /></span><br /></div>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3682486401388067655.post-44944744576527769752008-01-09T02:15:00.000-08:002008-01-09T02:16:57.658-08:00Communiqué du CRLDHT : Tunisie - Après la détention au secret, le "procès au secret"?<div style="text-align: center;"><span style="font-weight: bold;">C.R.L.D.H.Tunisie</span><br />اللجنـة من أجل احترام الحريات وحقوق الإنسان في تونس<br />Comité pour le Respect des Libertés et des Droits de l’Homme en Tunisie<br />Membre du Réseau Euro méditerranéen des Droits de l’Homme<br />21 ter rue Voltaire – FR-75011 PARIS - Tel/Fax : 00.33. (0)1.43.72.97.34<br />contact@crldht.org / www.crldht.org<br /></div><br /><div style="text-align: center;"><span style="font-size: 180%;"><span style="font-family: lucida grande;">Procès du 4 janvier : Les autorités tunisiennes</span><br /><span style="font-family: lucida grande;">ne cessent d'innover !</span><br /></span></div><br /><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: lucida grande;">Aujourd’hui, vendredi 4 janvier 2008, les audiences du procès n° 14504 ont été ouvertes à la première chambre criminelle du Tribunal de première instance de Tunis présidée par le juge Hédi Ayari. Il s'agit d'une affaire portant sur des poursuites intentées en vertu de la loi n° 2003-75 du 10 décembre 2003, relative au soutien des efforts internationaux de lutte contre le terrorisme et à la répression du blanchiment d'argent. </span><br /><br /><span style="font-family: lucida grande;">Ce procès concerne 30 Tunisiens, 25 d’entre eux sont en état d'arrestation, les autres seront jugés par contumace (Voir le Communiqué du CRLDHT du 03/01/2008). Dés avant son commencement, l'audience d'ouverture du procès a comporté de nouvelles péripéties étonnantes.</span><br /><br /><span style="font-family: lucida grande;">Les autorités tunisiennes nous ont habitué au fait que le principe, établi par la loi, de publicité des audiences soit très théorique, les salles étant remplies préalablement de policiers en civil de manière à ce que l'accès en soit de facto interdit. Cette fois-ci, elles ont décidé d'aller plus loin : L'épouse de l'un des prévenus, M. Naoufel Sassi, son frère et ses soeurs ont été encerclés par un groupe d'agents de police à leur arrivée au tribunal à 8h30 ce matin, leur identité a été relevée et ordre leur a été intimé de s'en retourner chez eux sous peine d'être arrêtés. Répondant à leurs protestations, l'officier de police responsable a déclaré qu'il agissait sur ordre du Procureur de la République.</span><br /><br /><span style="font-family: lucida grande;">A notre connaissance, les autorités ont jusqu'à présent (y compris pour des audiences "délicates") permis l'accès des conjoints et parents directs des prévenus. Cette nouvelle restriction du champ de l'accès aux droits garantis par les lois nationales comme par les conventions et accords internationaux renforce notre inquiétude quand au déroulement d'un procès dont nous ne comptons plus les irrégularités. Cela d'autant plus que l'audience c'est limitée à la prononciation de la décision de renvoi au 18 janvier 2008 en raison de l'absence de l'un des prévenus.</span><br /><br /><span style="font-family: lucida grande;">Le CRLDHT est résolu à suivre de près le déroulement de ce qui ne peut qu'être qualifié de parodie de procès de justice, et à lui donner toute la publicité nécessaire.</span><br /></div><br /><span style="font-family: lucida grande;">Paris, le :04/01/2008</span>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3682486401388067655.post-75152707250634580392008-01-09T02:14:00.000-08:002008-01-09T02:15:45.553-08:00Communiqué du CRLDHT de janvier 2008 : Naoufel Sassi, jugé combien de fois pour les mêmes faits?<div style="text-align: center;"><span style="font-weight: bold;">C.R.L.D.H.Tunisie</span><br />اللجنـة من أجل احترام الحريات وحقوق الإنسان في تونس<br />Comité pour le Respect des Libertés et des Droits de l’Homme en Tunisie<br />Membre du Réseau Euro méditerranéen des Droits de l’Homme<br />21 ter rue Voltaire – FR-75011 PARIS - Tel/Fax : 00.33. (0)1.43.72.97.34<br />contact@crldht.org / www.crldht.org<br /></div><br /><div style="text-align: center; font-family: lucida grande;"><span style="font-size: 180%;"><span style="font-weight: bold;">L’Affaire du 4 janvier 2008</span></span><br /><span style="font-size: 180%;"><span style="font-weight: bold;">Non à la violation du principe de l’autorité de la chose jugée </span></span><br /></div><br /><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: lucida grande;">Le vendredi 4 janvier 2008 une nouvelle affaire n° 14504 s’ouvre à la première chambre criminelle du Tribunal de première instance de Tunis présidée par le juge Hédi Ayari en vertu de la loi n° 2003-75 du 10 décembre 2003, relative au soutien des efforts internationaux de lutte contre le terrorisme et à la répression du blanchiment d'argent,</span><br /><br /><span style="font-family: lucida grande;">Cet énième procès du genre concerne trente tunisiens parmi lesquels certains ont déjà été jugés et cinq le seront par contumace. Arrêtés en 2006, tous ont été victimes d’actes de torture et parfois d’abus sexuels constatés dans les différents centres de détention de la police ainsi que dans les différentes prisons qu’ils ont connu. Beaucoup d’entre eux ont été placés dans des cachots individuels, sans aération ni lumière, privés des moindres soins, de promenade quotidienne et de lecture. Quant à leurs familles, elles vivent l’humiliation au quotidien et sont en butte à toutes sortes de violences et de persécution.</span><br /><br /><span style="font-weight: bold; font-family: lucida grande;">Parmi les prévenus, Mr Naoufel Ben Slimane Sassi, 45 ans, père de quatre enfants, expert en gestion financière et en fiscalité a été arrêté devant son cabinet d’expertise situé en plein centre ville, à la rue El Jazira le mercredi 14 juin 2006 et détenu au secret pendant trois semaines. Sans nouvelles de lui, son épouse, Mme Houda Sassi, a déposé le 21 juin 2006 une plainte pour enlèvement auprès du procureur de la République, enregistrée sous le n° 7028436/2006 après avoir fait le tour de tous les hôpitaux et commissariats de la capitale ; d’autant que Mr Sassi souffre depuis sa dernière libération de violentes crises d’asthme qui nécessitent un traitement médical régulier.</span><br /><br /><span style="font-weight: bold; font-family: lucida grande;">Mr Naoufel Sassi a payé très cher son attachement à ses opinions. En 1990, il a été arrêté et jugé pour « appartenance à une organisation non autorisée » et a passé dix mois de prison ferme après avoir subi de longues séances de torture. En 1993 il est de nouveau arrêté, incarcéré au secret et torturé pendant quarante jours sans aucun jugement ; la famille ignorait tout de cette arrestation. Depuis sa libération, il a passé plus de six ans privé de ses droits les plus fondamentaux au travail, au passeport, à la sécurité sociale, et contraint à un régime très lourd de contrôle administratif.</span><br /><br /><span style="font-weight: bold; font-family: lucida grande;">Dans cette nouvelle affaire, il est poursuivi pour six chefs d’inculpation sur le fondement des articles 11 à 21 de la loi n° 2003-75 du 10 décembre 2003 dont « adhésion à une entente qui a fait du terrorisme un moyen de parvenir à ses objectifs, de l’avoir fait connaître, d’avoir utilisé un nom, un mot et un symbole pour identifier cette organisation, son activité et ses membres, de mise à disposition d’un local de réunion …. « </span><br /><br /><span style="font-weight: bold; font-family: lucida grande;">Il s’avère, suite à des vérifications, que des parties entières du dossier d'accusation de l'affaire en cours proviennent du dossier d'instruction du procès de 1990 pour lequel M. Sassi a déjà été condamné et a purgé sa peine. Les interrogatoires, les chefs d'inculpation et les différents témoignages sont identiques ; il s’agit d’une opération "copier/coller", par conséquent M. Sassi sera jugé deux fois pour les même faits !</span><br /><br /><span style="font-family: lucida grande;">La justice tunisienne a des antécédents quant à la violation du principe de l’autorité de la chose jugée. Il arrive souvent qu’elle défère le même prévenu, plusieurs fois devant la justice pour le même motif et les mêmes faits, dans le but d’exercer des représailles. Or, Le code de procédure pénal tunisien, en harmonie sur e pint avec le droit international, interdit de poursuivre ou de punir pénalement un individu pour une infraction pour laquelle il a déjà été acquitté ou condamné conformément à la loi par un jugement pénal entré en force. Les exemples sont multiples comme les dirigeants politiques du mouvement Ennahdha, MM Daniel Zarrouk, condamné à quatre reprises pour maintien d’organisation politique non reconnue, Frej Jami, condamné pour le même motif d’appartenance à deux reprises, Hamadi Labidi, condamné pour les mêmes accusations d’appartenance politique, Adel Ben Amor, condamné à deux reprises pour les mêmes accusations, Sadok Chourou, Ridha Boukadi, Mondher Bejaoui, Houcine Ghodhbane, Ramzi Khalsi….</span><br /><br /><span style="font-family: lucida grande;">Sous la présidence du juge Hédi Ayari, les citoyens Ahmed Amari, Khaled Rabii, Youssef Khedhri, Zouheir yakoub et Choukri Gargouri furent déférés devant le tribunal de première instance de Tunis, dans trois affaires 590, 591 et 595 déjà jugées par la cour d’appel de Sfax dans les deux affaires n°8672, en date du 16 décembre 1999, et n°8506. Ils furent de nouveau jugés par la cour d’appel de Tunis dans l’affaire 28423 en date du 1 juin 1999. Ils étaient donc poursuivis pour les mêmes faits.</span><br /><br /><span style="font-family: lucida grande;">Le CRLDHT considère que ces condamnations sont contraires au droit international, et en flagrante contradiction avec les lois tunisiennes en vigueur.</span><br /><br /><span style="font-family: lucida grande;">Le CRLDHT considère que le but de ces procès iniques est en réalité la criminalisation des droits fondamentaux des tunisiens, à savoir le droit à l’expression, à l’organisation et à la différence.</span><br /><br /><span style="font-family: lucida grande;">Il s’insurge contre l’instrumentalisation de la justice par le pouvoir pour réprimer les dissidents tout en alertant l’opinion publique nationale et internationale sur l’état de délabrement de l’institution judiciaire tunisienne matérialisé notamment par le sort réservés aux juges les plus intégrés représentés par la direction on légitime de l’AMT ( association des magistrats tunisiens).</span><br /><br /><span style="font-weight: bold; font-family: lucida grande;">C’est la raison pour laquelle le comité place la revendication de la libération immédiate de citoyens comme M. Naoufel Sassi comme l'une des causes prioritaires du combat pour une justice impartiale et pour le respect des droits humains. </span><span style="font-family: lucida grande;"> </span><br /></div><br /><span style="font-family: lucida grande;">Paris, le 3 janvier 2008</span>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3682486401388067655.post-42021477970422290222008-01-09T02:13:00.000-08:002008-01-09T02:14:44.971-08:00Note de la FIDH sur la Tunisie à l'attention d'une commission de l'ONU : Torture et loi antiterroriste<p><span style="font-family: lucida grande; font-size: 130%;"><span style="font-weight: bold;">Extrait de la <span style="font-style: italic;">Note sur l’état des libertés en Tunisie</span> à l’attention du Comité des Droits de l’Homme des Nations Unies en vue de l’adoption à sa 91e session d’une liste de question sur la Tunisie –<br /><br />Fédération Internationale des Droits de l’Homme (FIDH) - 5 novembre 2007</span></span><br /><br /></p>(…) Le code de procédure tunisien prévoit un nombre suffisant de garanties pour prévenir les risques de détention arbitraire et d’actes de torture : Délais de garde à vue à 6 jours ; obligation d’informer la personne placée en garde à vue de son statut, du motif de son arrestation, des garanties légales dont il bénéficie ; obligation d’informer la famille de l’arrestation ; droit pour la personne placée en garde-à-vue de demander un examen médical ; obligation de tenir un registre spécial mentionnant tous les évènements importants de la garde à vue. Mais les garanties prévues par le code de procédure pénal sont violées quasi systématiquement, au bénéfice des auteurs d’actes de mauvais traitement et de torture. Pire, la justice tunisienne fournit la principale justification à l’action des tortionnaires en condamnant les accusés, sur la base exclusive des aveux obtenus lors de la garde-à-vue dans les locaux de la sécurité de l’Etat.<br /><br />Et comme le note le CNLT, « la recrudescence de l’usage de la torture sur des prisonniers a été l’un des effets les plus notables de l’application de la nouvelle loi sur le terrorisme ». En effet, entre 2005 et 2007 la quasi-totalité de ceux qui ont été arrêtés en vertu de la loi anti-terroriste se sont plaints d’avoir été torturés lors d’interrogatoires menés par des fonctionnaires du Ministère de l’Intérieur. Dans son rapport, le CNLT documente 19 allégations de torture (23) mais, il existe des allégations concernant de nombreux autres cas (24). Très récemment, le 16 octobre 2007, à la prison civile de Mornaguia, une trentaine de prisonniers, arrêtés suite aux affrontements armés de fin décembre 2006 – début janvier 2007 et détenus dans le cadre de la loi anti-terroriste de 2003, auraient été torturés par des agents pénitentiaires afin de les contraindre à mettre fin à une grève de la faim illimitée. Cette grève a été lancée le 13 octobre pour exiger la fin des mauvais traitements et leur respect de leurs droits, notamment le droit à un procès équitable (25).<br /><br />-------------------------------------<br />(23) Ces affaires concernent notamment Mohamed Amine Jaziri, Ali Arfaoui, Zied Ghodhbane, Mohamed Trabelsi, Nejib Al-Ayari, Borhane Dridi, Ghaith Ghazouani, Maher Beziouch, Khaled Arfaoui, Hichem Mannai, Mohamed Amine Hedhili, Anis Krifi, Salaheddine Habbouria, Slim El Habib, Nader Ferchichi, Tarek Hammami, Sofiene Rezgui, <span style="font-weight: bold;">Naoufel Sassi</span>.<br /><br />(24) Par exemple les cas de Mahfoudh Sayadi, Walid Guaddhab et Hamdi Hajj Romdhane, qui auraient été maintenus au secret et torturés pendant plusieurs jours et nuits.<br /><br />(25) Les déténus qui auraient été torturés seraient Ali Sassi, Marouane Khlif, Mejdi Latréche, Sahbi Naceri, Taoufik Houimdi, Zyed Essid, Mohammed Ben Ltaifa, Badreddine Ksouri, Imed Ben Ameur, Kamel Oum Heni, Saber Ragoubi, Fathi Salhi, Ali Arfaoui, Mohammed Amine Dhiab, Jaouher Slama, Jaouher Kassar, Mehdi Elhajj Ali, Oussama Abadi, Moukhliss Ammar, Zouhai_r Jrid, Oua’il Amami, Mohammed Khlil Ben Mohsen Zendah, Ramzi Eliifi, MohammKhlifa Karaoui.Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3682486401388067655.post-45064375563521938672008-01-09T02:11:00.000-08:002008-01-09T02:13:47.243-08:00Article de M. Thibodeau d'octobre 2007 : La torture, "système d'Etat" en Tunisie?<p><span style="font-weight: bold; font-family: lucida grande;">Le samedi 27 octobre 2007</span><br /><br /></p><div style="text-align: center; font-family: lucida grande;"><span style="font-size: 180%;">La torture interdite ou «système d'État»?</span><br /><br /><span style="font-weight: bold;">Marc Thibodeau - La Presse, Paris</span><br /></div><br />Le régime tunisien dit interdire le recours à la torture contre les détenus et persécuter systématiquement les agents qui contreviennent à ce mot d'ordre. Les témoignages contredisant ces dires ne sont cependant pas rares.<br /><br />Jamila Ayed, âgée de 45 ans, affirme que son fils de 26 ans, Maher Bziouech, a été arrêté par le gouvernement à l'été 2006 pour terrorisme, une accusation qui est, selon elle, sans fondement. Il a été condamné à dix ans de prison.<br /><br />Le jeune homme affirme avoir été torturé sévèrement dans les jours suivants son arrestation. Mme Ayed relate qu'il aurait notamment été battu longuement après avoir été placé dans la position du «poulet rôti». Dans cette technique, la personne se retrouve dénudée, la tête en bas, suspendue en l'air par une barre passée derrière les genoux. Les mains sont attachées près des pieds.<br /><br /><span style="font-weight: bold;">Houda ben Khaled, 43 ans, réclame la libération de son mari, Naoufel Sassi, arrêté lui aussi l'année dernière dans le cadre de la lutte contre le terrorisme. Son conjoint, qui n'a pas encore subi de procès, dit également avoir été torturé, souligne-t-elle.</span><br /><br /><span style="font-weight: bold;">Il affirme avoir été soumis à la technique du «bano». Le prisonnier, pendu par les pieds avec une corde, est plongé dans l'eau jusqu'à la taille, les mains attachés derrière le dos, et maintenu sans oxygène pendant une longue période.</span><br /><br />Les deux femmes disent qu'elles ne craignent pas de s'attirer les foudres du régime en parlant aux médias étrangers. «C'est mieux que de rester les bras croisés pendant dix ans», souligne Mme Ayed.<br /><br />L'Agence tunisienne de communication extérieure n'a pas répondu aux demandes de La Presse relativement aux dossiers des deux détenus.<br /><br />Abdelmoumen Belanes, un dissident connu qui a été plusieurs fois incarcéré dans les années 90 en raison de son appartenance à une formation communiste non reconnue par le gouvernement, souligne que le recours à la torture est érigé en «système d'État» en Tunisie.<br /><br />L'homme de 51 ans affirme avoir été torturé plusieurs fois par les autorités, notamment avec la technique du «bano». «Ils me sortaient à chaque fois que j'étais au bord de l'étouffement et recommençaient dès que j'avais craché l'eau», a-t-il relaté. M. Belanes affirme également avoir été soumis au «poulet rôti» et à des chocs électriques.<br /><br />L'organisation Human Rights Watch prévenait dans un récent rapport que la Tunisie a «une longue historique de torture et de mauvais traitement de prisonniers».<br /><br />L'expulsion du controversé imam Saïd Jaziri, qui disait craindre d'être arrêté et torturé à son retour dans son pays d'origine, a relancé l'intérêt pour cette question au Canada.<br /><br />L'ambassade tunisienne, réagissant au fait que l'imam a pu rentrer sans heurt, a souligné dans une lettre ouverte que le pays est «un État de droit» qui «respecte la dignité humaine, garantit l'intégrité physique et morale de la personne et ne tolère aucun traitement dégradant envers les citoyens.»<br /><br />Elle a souligné, par la même occasion, la «déplorable surenchère dans la vente du sensationnel» par des journalistes «ayant les yeux fixés sur l'audimat».<br /><span style="font-family: times new roman;">http://www.cyberpresse.ca/article/20071027/CPMONDE/710270535/1014/CPMON</span>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3682486401388067655.post-68366964838936461622008-01-09T02:10:00.000-08:002008-01-09T02:11:37.538-08:00Communiqué de Liberté et Equité d'octobre 2007 : Grève de la faim des familles des prisonniers<div style="text-align: center; font-family: lucida grande;"><span style="font-weight: bold;">Liberté et Equité</span><br /><span style="font-weight: bold;">33 rue Mokhtar Atya, 1001, Tunis - Tel/fax : 71 340 860 Email : liberté_equite@yahoo.fr</span><br /></div><br /><span style="font-family: lucida grande;">Tunis, le 9 octobre 2007</span><br /><br /><span style="font-family: lucida grande;">Nous avons reçu une lettre de familles de prisonniers d'opinion dont les noms suivent : Familles de Boubaker Cherradi, Maher Beziouche, Jassam Mokni, Khaled Arfaoui, Mahmoud Ayari, Mahjoub Zayyani, Tarek Hammami, Les frères Nasri, Aymen Dridi, Bilel Marzouki, les deux frères Herzi, Chaker Jendoubi, Hichem Beldi, Slim Habib, Mustapha Mihoub, Mohammed Touahami Yacoub, Rabi'i Khelifi, Mohammed Ali Horchani, Hichem Saadi, Aymen Limam, Ahmed Souheïli, Hassem Abdessamad, Nidhal Boulaabi, Ghaith Ghazouani, Sami Rbi'i, Mohammed Abbachi, Radhouane Fez'i, Ramzi Ben Saïd, </span><span style="font-weight: bold; font-family: lucida grande;">Naoufel Sassi</span><span style="font-family: lucida grande;">, Anis Hedhili, Hazem Draouil, Nader Ferchichi, Mohammed Ben Mohammed, Les deux frères Layouni, Karim Belloumi, Mohammed Amine Aoun, Hassan Ben Brahim, Abdelwahab Ayari.</span><br /><br /><span style="font-family: lucida grande;">Elles sont déterminées à faire une grève de la faim à l'occasion des deux jours de l'Aïd afin de protester contre :</span><br /><br /><span style="font-family: lucida grande;">Les arrestations infondées de leurs fils et des leurs, et leurs condamnations arbitraires.</span><br /><br /><span style="font-family: lucida grande;">Les violations commises en prison, allant jusqu'aux sévices et à la torture</span><br /><br /><span style="font-family: lucida grande;">Les brimades dont leurs familles font l'objet</span><br /><br /><span style="font-family: lucida grande;">La négligence sanitaire, la malnutrition et les très dures conditions carcérales</span><br /><br /><span style="font-family: lucida grande;">Les familles souhaitent attirer l'attention de l'opinion publique, tant à l'intérieur qu'à l'étranger, sur la question de la jeunesse pratiquante en butte à toutes sortes de brimades, allant des arrestations aux procès et à la torture, alors qu'elle n'a rien commis de répréhensible.</span><br /><br /><div style="text-align: right; font-weight: bold; font-family: lucida grande;">Pour le bureau exécutif de l'organisation<br /><br />Maître Mohammed Nouri<br /></div><br /><span style="font-family: lucida grande;">(traduction ni revue ni corrigée par les auteurs de la version en arabe, LT)</span>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3682486401388067655.post-55602634597286148932008-01-09T02:09:00.000-08:002008-01-09T02:10:44.634-08:00Rapport du CNLT sur les procès antiterroristes (printemps 2007) : Détentions au secret, torture et falsifications<span style="font-weight: bold; font-family: lucida grande;">Extraits du rapport :</span><br /><div style="text-align: center; font-family: lucida grande;"><span style="font-size: 180%;">Procès jugés en vertu de la loi antiterroriste en Tunisie </span><br /><span style="font-size: 180%;">Justice préventive et instrumentalisation politique </span><br /><span style="font-weight: bold;">CNLT, Tunis : juin 2005-mars 2007</span><br /></div><br /><span style="font-family: lucida grande;">(…)</span><br /><span style="font-weight: bold; font-family: lucida grande;">3- Détention au secret et refus d’informer la famille</span><br /><br /><span style="font-family: lucida grande;">La loi fait obligation à la police d’informer la famille de l’arrestation et du lieu de détention du prévenu. Non seulement la famille n’est généralement pas informée du lieu de détention lorsque l’arrestation a lieu au domicile du prévenu, mais parfois, le prévenu est kidnappé dans la rue et détenu au secret (cas de Salah Chalghoumi détenu au secret durant 20 jours). Ce n’est qu’à l’étape de son passage devant le juge d’instruction et une fois qu’il est écroué à la prison que la famille finit par être informée de son lieu de détention par des moyens souvent détournés comme les coups de fil anonymes (Borhan Dridi, Khaled Arfaoui, Slim Habib) ou par le biais de la famille d’un autre détenu (Milad Houimdi). Là aussi, les PV de la police signalent uniformément que la famille a été alertée du lieu de détention du prévenu.</span><br /><br /><span style="font-family: lucida grande;">La famille de Hichem Manai certifie que celui-ci a subi une détention au secret de dix jours. La famille de Maher Beziouch certifie avoir appris sa détention à la prison du 9 avril de Tunis, à la date du 16 juin 2006, lorsqu’elle fut contactée par la famille d’un codétenu. Le PV de garde-à-vue établi le 8 juin 2006 précise néanmoins que le père de Maher avait été dûment prévenu de cette mesure Maher Beziouch a déclaré à sa famille avoir été livré par les autorités libyennes à la date du 28 mai 2006. </span><span style="font-weight: bold; font-family: lucida grande;">L’épouse de Naoufel Sassi a déposé le 22 juin 2006 une plainte (N°7028436/06) pour la disparition de son mari sur les lieux de son travail, auprès du procureur de la République (voir document annexe). Le PV de garde-à-vue indique qu’il a été interpellé à la date du 4 juillet 2006.</span><br /><br /><span style="font-family: lucida grande;">(…)</span><br /><br /><span style="font-weight: bold; font-family: lucida grande;">19 - Cas de Naoufel Sassi (dossier d’instruction N°5962/1)</span><br /><br /><span style="font-weight: bold; font-family: lucida grande;">Monsieur Naoufel Sassi, un expert comptable âgé de 45 ans, a été enlevé le 14 juin 2006 alors qu’il se trouvait dans son cabinet situé à Tunis, rue Al Jazira. Emmené au ministère de l’Intérieur il a été battu sur toutes les parties du corps puis obligé durant quatre jours d’affilée à rester debout, enchaîné. Dès qu’il vacillait aspergé d’eau et battu. Il a déclaré avoir signé le PV, sans le lire, à la suite de ces séances de privation de sommeil.</span><br /><br /><span style="font-family: lucida grande;">(…)</span><br /><br /><span style="font-family: lucida grande;">Bien que le législateur ait défini avec précision les garanties dont bénéficie le prévenu à toutes les étapes de la procédure judiciaire, et que les obligations de la police judiciaire soient clairement précisées concernant les conditions d’arrestation, de garde à vue, le CNLT a enregistré que dans ces affaires, le traitement du prévenu se fait généralement hors du cadre de la loi. Arrestation sans mandat et hors des horaires prescrits par la loi ; Falsification des PV pour prolonger les délais de garde à vue ; Détention au secret et refus d’informer la famille sont des pratiques courantes, bien que décriées par les avocats. </span><br /><br /><span style="font-weight: bold; font-family: lucida grande;">- II - Tableau de falsification des PV </span><br /><span style="font-family: lucida grande;"> </span><br /><span style="font-family: lucida grande;">Nom du prévenu ; N° de l'affaire ; Date officielle de l'arrestation (PV) ; Date réelle</span><br /><br /><span style="font-family: lucida grande;">1 Limem Aimen ; 1370/1 ; 27/07/05 ; 20 /07/05</span><br /><span style="font-family: lucida grande;">2 Rezig Soufiène ; 5190/1 ; 25/04/06 ; 18 /04/06</span><br /><span style="font-family: lucida grande;">3 Weslati Riadh ; 6020/10 ; 07/06/06 ; 16 /06/06</span><br /><span style="font-family: lucida grande;">4 Layouni Walid ; 7790/10 ; 17/01/07 ; 11 /12/06</span><br /><span style="font-family: lucida grande;">5 Jaziri Mohamed Amine ; 7717/1 ; 22/01/07 ; 24/12/06</span><br /><span style="font-family: lucida grande;">6 Kassar jawher ; 7717/1 ; 21/01/07 ; 26/12/06</span><br /><span style="font-family: lucida grande;">7 Banani Nafti ; 7717/1 ; 25/01/07 ; 08/01/07</span><br /><span style="font-family: lucida grande; font-weight: bold;">8 Sassi Naoufel ; 5962/2 ; 04/07/06 ; 14/06/06</span><br /><span style="font-family: lucida grande;">9 Zayani Mahjoub ; 11089/4 ; 01/05/05 ; 23/04/05</span><br /><span style="font-family: lucida grande;">10 Ayeb abdelberi 11089/4 01/05/05 ; 24/04/05</span><br /><span style="font-family: lucida grande;">11 Manai Hicham ; 11089/4 ; 01/05/05 ; 26/04/05</span><br /><span style="font-family: lucida grande;">12 Ferchichi Nader ; 11089/4 ; 01/05/05 ; 27/04/05</span><br /><span style="font-family: lucida grande;">13 Hammadi Nizar ; 72147/9 ; 30/09/05 ; 21/09/05</span><br /><span style="font-family: lucida grande;">14 Med Touhami yaakoub ; 72147/9 ; 30/09/05 ; 25/09/05</span><br /><span style="font-family: lucida grande;">15 Chalgoumi Salah ; 71699/10 : 08/05/05 ; 28/04/05</span><br /><span style="font-family: lucida grande;">16 Chabbi Ahmed ; 71699/10 08/05/05 28/04/05</span><br /><span style="font-family: lucida grande;">17 Naweli Hamza ; 1427/1 ; 29/07/05 ; 26/07/05</span><br /><span style="font-family: lucida grande;">18 Chabbi Oussama ; 1427/1 ; 29/07/05 ; 26/07/05</span><br /><span style="font-family: lucida grande;">19 Traboulsi Zied ; 1427/1 ; 29/07/05 ; 26/07/05</span><br /><span style="font-family: lucida grande;">20 Abid Zied ; 71664 ; 28/05/05 ; 25/05/05</span><br /><span style="font-family: lucida grande;">21 Ahmed Med ; 1582/4 ; 29/08/05 ; 08/08/05</span><br /><span style="font-family: lucida grande;">22 Makni Jassem ; 8050/10 ; 6 /02/07 ; 17/01/07</span><br /><span style="font-family: lucida grande;">23 Rezig Salman ; 5962/1 ; 22/08/06 ; 16/08/06</span><br /><span style="font-family: lucida grande;">24 Ali Arfaoui ; 7717/1 ; 16/02/07 ; 23/12/06</span>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3682486401388067655.post-15928028181004148902008-01-09T02:08:00.000-08:002008-01-09T02:09:36.438-08:00Vérité-Action sur la loi antiterroriste, décembre 2006<p><span style="font-weight: bold; font-family: lucida grande;">Vérité-Action</span><br /></p><div style="text-align: center; font-family: lucida grande;"><span style="font-size: 130%;">58ème anniversaire de la Déclaration universelle des Droits de l’Homme<br />Etat des droits de l’homme et des libertés en Tunisie : Prise de position<br /></span></div><br /><div style="text-align: right; font-family: lucida grande;"><span style="font-weight: bold;">Décembre 2006</span><br /></div><br /><span style="font-family: lucida grande;">La loi anti-terrorisme</span><br /><br /><span style="font-family: lucida grande;">Beaucoup de choses ont été dites à propos de cette loi controversée, adoptée en décembre 2003.</span><br /><br /><span style="font-family: lucida grande;">La définition ambiguë et vague du terme terrorisme dans le droit tunisien permet au pouvoir de faire usage arbitraire de cette loi. A la lecture de ses articles, l’on constate le caractère généraliste et abstrait de ces mesures. La pratique qui a suivi la mise en application de cette loi a prouvé que l’objectif visé était et demeure le quadrillage de la société et l’exercice d’une mainmise totale de l’Etat sur ses citoyens et la promotion de l’impunité en un « privilège »sous couvert de la loi.</span><br /><br /><span style="font-family: lucida grande;">Aujourd’hui on compte près de 400 personnes détenues en vertu des dispositions de la loi antiterroriste qui a donné lieu à une nouvelle vague de procès sommaires et inéquitables dans lesquelles prévaut le secret de l’instruction sur les droits de la défense.</span><br /><br /><span style="font-family: lucida grande;">Il n’y a pas une semaine qui passe sans que de nouvelles condamnations soient prononcées à l’encontre de jeunes tunisiens. Les chefs d’inculpations sont souvent dépourvus de preuves matérielles concrètes.</span><br /><br /><span style="font-family: lucida grande;">Des sources concordantes, il apparaît que les motifs réels des arrestations relèvent souvent de la pratique religieuse chez les jeunes, la navigation sur des sites interdits de caractère politique et l’appartenance à une organisation terroriste (qui peut être une simple association à but social ou de solidarité), etc.</span><br /><br /><span style="font-family: lucida grande;">L’exercice des droits de la défense, initialement restreints, se trouve davantage entravé. La pratique de la torture dont font l’objet ces détenus dits « spéciaux », semble gagner et non perdre du terrain. Quant aux avocats, ils éprouvent toutes les peines du monde pour pouvoir leur rendre visite en raison de leurs lieux d’incarcération lointains et la difficulté d’obtenir des autorisations de visites.</span><br /><br /><span style="font-family: lucida grande;">Vérité-Action a pu recenser les différents types de traitements réservés à cette catégorie de détenus et qui ont été enregistrés durant l’année en cours :</span><br /><br /><span style="font-family: lucida grande;">- La détention arbitraire dépassant les délais et les garanties prévues par la loi</span><br /><span style="font-family: lucida grande;">- La détention dans des lieux secrets et durant des semaines et des mois sans que leurs proches aient le droit de s’informer sur leur lieu de détention.</span><br /><span style="font-family: lucida grande;">- Les procès inéquitables.</span><br /><span style="font-family: lucida grande;">- Les conditions d’incarcération inhumaines et précaires</span><br /><span style="font-family: lucida grande;">- <span style="font-weight: bold;">La torture et les mauvais traitements laissant des séquelles graves (cas de Naoufel Sassi, Hichem Ben Said, Tarek Hammami, etc.).</span></span><br /><span style="font-family: lucida grande;">- Les lieux d’emprisonnements lointains et difficiles d’accès pour les proches</span><br /><br /><span style="font-family: lucida grande;">Vérité-Action considère que ces deux lois viennent s’ajouter à une panoplie de mesures mises en œuvre par le gouvernement tunisien en vue de limiter la liberté d’expression des citoyens tunisiens. La manière dont elles sont appliquées prouve qu’elles ne visent pas à protéger le pays mais à l’assiéger.</span>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3682486401388067655.post-53828627527697116112008-01-09T02:07:00.000-08:002008-01-09T02:08:43.185-08:00Lettre de l'ACAT-France au Ministre de la Justice, juillet 2006 : Enlèvements et torture<p><span style="font-weight: bold;">ACAT-France</span><br /><span style="font-weight: bold;">7 rue G.Lardennois, 75019 Paris</span><br /><span style="font-weight: bold;">Fax : 00 33 1 40 40 42 44</span><br /><br /></p><div style="text-align: right;"><span style="font-weight: bold;">A Monsieur Bechir Takkari</span><br /><span style="font-weight: bold;">Ministre de la Justice</span><br /><span style="font-weight: bold;">Ministère de la Justice</span><br /><span style="font-weight: bold;">31 Boulevard Bab Benat</span><br /><span style="font-weight: bold;">1006 Tunis – La Kasbah</span><br /><span style="font-weight: bold;">Tunisie</span><br /><span style="font-weight: bold;">Fax : 00 216 71 568 106</span><br /></div><br /><span style="font-family: lucida grande;">Paris, 18 juillet 2006</span><br /><br /><span style="font-family: lucida grande; font-weight: bold;">Monsieur le Ministre,</span><br /><span style="font-family: lucida grande;"> </span><br /><span style="font-family: lucida grande;">L’ACAT est préoccupée par la récente vague d’enlèvements de citoyens tunisiens dans différentes régions du pays. Les arrestations et les interrogatoires se déroulent dans le secret le plus total et les détenus ne sont retrouvés que des semaines plus tard, après qu’ils aient été écroués, ou libérés. Certains d'entres eux se sont plaints de mauvais traitements et de torture.</span><br /><span style="font-family: lucida grande;"> </span><br /><span style="font-family: lucida grande;">Ainsi Madame Habiba Ghazouani, de la Soukra a fait état de l’arrestation de son mari, Riadh Ben Mohammed Oueslati, dans la nuit du 10 juin 2006 à 1h du matin, par un groupe d’une dizaine d’agents de la Sûreté en civil qui ont fouillé son domicile. Il a été emmené dans un lieu inconnu, sans être informé du motif de son arrestation. Son épouse s’est présentée aux postes de police de la Soukra et de l’Ariana ainsi qu’au ministère de l’Intérieur, mais n’a obtenu aucune information sur son mari.</span><br /><span style="font-family: lucida grande;"> </span><br /><span style="font-family: lucida grande;">D’autres arrestations illégales ont eu lieu dans le pays. </span><span style="font-weight: bold; font-family: lucida grande;">Naoufel Sassi</span><span style="font-family: lucida grande;">, Nidhalat Zayyat, Rafik El Ouni et Mahfoudh Sayadi sont également détenus au secret. Les services de la Sûreté dans les régions ainsi que ceux du ministère de l’Intérieur, contactés par les familles, ont toujours nié avoir eu connaissance de ces arrestations et des lieux de garde à vue. L’ACAT craint que ces disparus ne soient victimes de mauvais traitements et de torture. </span><br /><span style="font-family: lucida grande;"> </span><br /><span style="font-family: lucida grande;">Or la loi tunisienne exige qu’en dehors du flagrant délit, toute personne faisant l'objet de poursuites doit être convoquée par écrit à la suite d'une commission rogatoire. Les raisons de la convocation doivent également être spécifiées. En cas de garde à vue, la famille du prévenu doit être informée de la procédure et de ses raisons. La garde à vue ne doit pas dépasser trois jours reconductibles une seule fois pour la même durée par autorisation écrite du Parquet. Le non respect et la violation de ces dispositions constituent de graves délits réprimés par la législation tunisienne.</span><br /><br /><span style="font-family: lucida grande;">L’ACAT demande instamment :</span><br /><span style="font-family: lucida grande;">§ que les lieux de détention des détenus au secret soient révélés et que ces derniers soient libérés dans les plus brefs délais ;</span><br /><span style="font-family: lucida grande;">§ l’ouverture d’enquêtes indépendantes concernant les affaires citées et toute autre détention au secret signalée par les familles des victimes afin de définir les responsabilités et engager des poursuites contre les responsables de ces délits.</span><br /><span style="font-family: lucida grande;"> </span><br /><span style="font-family: lucida grande;">Nous vous remercions de nous lire et nous vous prions d’agréer, Monsieur le Ministre, l'expression de notre plus haute considération.</span><br /><br /><span style="font-weight: bold; font-family: lucida grande;">Nicole PIGNON- PEGUY / Pôle Action</span><br /><span style="font-weight: bold; font-family: lucida grande;"> </span><br /><span style="font-weight: bold; font-family: lucida grande;">CC: Ambassade de Tunisie, 25 rue Barbet de Jouy, 75007 Paris</span>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3682486401388067655.post-70377051799526431352008-01-09T02:06:00.002-08:002008-01-09T02:07:47.637-08:00Communiqué de l'AISPP de juillet 2006 : Torture et humiliations<div style="text-align: center;">Association Internationale de Soutien aux Prisonniers Politiques<br />33 rue Mokhtar Atya, 1001 Tunis<br />Tel : 71 340 860 Fax : 71 351 831<br /></div><br /><span style="font-weight: bold;">Tunis, le 9 juillet 2006</span><br /><span style="font-weight: bold;"> </span><br /><div style="text-align: center;"><span style="font-weight: bold;">Communiqué</span><br /></div><br /><div style="text-align: justify;">Nous avons été contactés par madame Houda Bent Omar Ben Mohammed Ben Khaled, détentrice de la Carte Nationale d’Identité n° 05042372, après qu’elle ait rencontré son mari, monsieur Naoufel Sassi, vendredi 6 juillet 2006, et ce pour la première fois depuis l’arrestation de ce dernier le 14 juin 2006. Elle a été terrifiée par les traces de torture qu’elle a constatées et par les détails qu’il lui a relatés. Il a été contraint de rester quatre jours debout enchaîné par les pieds, cerné par un groupe de tortionnaires qui l’ont frappé, humilié et qui ont proféré devant lui des propos grossiers.<br />Son épouse a dit aussi qu’au terme de sa garde à vue illégale qui avait duré plus de vingt jours, monsieur Naoufel Sassi avait été déféré pour l’instruction devant le premier bureau du Tribunal de Première Instance de Tunis le 6 juillet 2007, et que l’interrogatoire avait été reporté au 17 juillet 2006.<br />Son épouse a enfin informé que monsieur Naoufel Sassi se plaignait d’insuffisance respiratoire et qu’il était maintenant incarcéré à la prison civile de Tunis en compagnie de détenus de droit commun dans une cellule trop exiguë pour une telle quantité de prisonniers. La surpopulation entraîne un surcroît de torture et contribue à l’aggravation de son état de santé. Elle l’empêche de respirer normalement. Il souffre d’asthme et a subi une opération à la jambe.<br /><br />L’AISPP<br />-exprime sa vive préoccupation face aux arrestations des jours derniers, qui n’ont pas respecté la procédure légale et ont vu le dépassement du délai de garde à vue dans la majorité des cas de personnes détenues dans les postes de police.<br />-condamne les actes de torture<br />-exige l’ouverture d’une enquête suite aux plaintes qui ont abondé dans la dernière période à propos d’actes de torture ignobles qui ôtent aux procès leur crédibilité puisqu’ils ne respectent pas les standards minima des procès équitables.<br /></div><br /><div style="text-align: right;"><span style="font-weight: bold;">Le président de l’Association</span><br /><span style="font-weight: bold;">Maître Mohammed Nouri</span><br /></div><br />(traduction ni revue ni corrigée par les auteurs de la version en arabe, LT)Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3682486401388067655.post-79484567479561124362008-01-09T02:06:00.001-08:002008-01-09T02:06:55.386-08:00Communiqué du CRLDHT de juin 2006 : Enlèvements, disparitions et détentions au secret<div style="text-align: center;"><span style="font-weight: bold;">C.R.L.D.H. Tunisie</span><br />Comité pour le Respect des Libertés et des Droits de l’Homme en Tunisie<br />Membre du Réseau Euro-méditerranéen des Droits de l’Homme<br /><br /><div style="text-align: justify; font-family: lucida grande;"><span style="font-weight: bold;">COMMUNIQUÉ</span><br /><br /><span style="font-size: 180%;">Tunisie : Graves escalade policière</span><br /><span style="font-size: 180%;">Enlèvements, disparitions et détentions au secret</span><br /></div></div><div style="text-align: justify; font-family: lucida grande;"><br />Depuis quelques semaines, manifestement sous couvert de lutte contre le terrorisme, les services de police du régime du Général Ben Ali ont procédé à des dizaines d’arrestations illégales, de disparitions en plein jour et de détentions au secret de citoyens, hommes et femmes de tout âge et de toute catégorie sociale. Leur crime est d’avoir exercé leur droit à la liberté de culte pour les uns, ou d’être proches d’un détenu pour les autres.<br /><br /><span style="font-weight: bold;">M. Naoufel Ben Slimane Sassi 44 ans, père de quatre enfants, expert en gestion financière et en fiscalité a été arrêté devant son cabinet d’expertise situé en plein centre ville, à la rue El Jazira le mercredi 14 juin 2006 et détenu au secret.</span><br /><br /><span style="font-weight: bold;">Sans nouvelles de lui, la famille vit dans l’inquiétude et le désarroi d’autant que M. Sassi souffre depuis sa dernière libération de violentes crises d’asthme qui nécessitent un traitement médical régulier. Elle a fait le tour de tous les hôpitaux et commissariats de la capitale, en vain : Aucune nouvelle sinon les conseils de quelques fonctionnaires de police de garder le silence et d’éviter d’ébruiter la nouvelle de sa disparition.</span><br /><br /><span style="font-weight: bold;">Son épouse, Mme Houda Sassi, a tenté de déposer le 21 juin une plainte pour enlèvement auprès du procureur de la République après avoir vérifié s’il n’a pas été déféré au parquet. L’Ordre National des Avocats a été informé et le bâtonnier, M. Abdessatar Ben Moussa s’est enquis du sort de M. Naoufel, sans résultat.</span><br /><br /><span style="font-weight: bold;">M. Naoufel Sassi a payé très cher son attachement à sa religion. Titulaire d’une maîtrise en Hautes Etudes Commerciales (HEC) et d’un DESS en commerce international, il a passé plus de six ans privé de ses droits les plus fondamentaux au travail, au passeport, à la sécurité sociale, et contraint à un régime très lourd de contrôle administratif. En 1990, il a été arrêté et jugé pour « appartenance à une organisation non autorisée » et a passé dix mois de prison ferme après avoir subi de longues séances de torture qui laisseront des séquelles physiques, sources de gros soucis de santé. En 1993 il est de nouveau arrêté, incarcéré au secret et torturé pendant quarante jours sans aucun jugement; la famille ignorait tout de cette arrestation.</span><br /><br />D’autres « disparitions » et arrestations illégales ont été signalées ces derniers jours par la Ligue Tunisienne pour la Défense des Droits de l’Homme (LTDH) et par le Conseil National pour les Libertés en Tunisie (CNLT). Outre Naoufel Sassi, les cas de Monsieur Riad Ben Mohamed Oueslati (arrêté dans la nuit du 10 juin et tenu depuis au secret total) ; Messieurs Emir Charfeddine, Walid Ghaddab, Mahfoudh Sayadi et Hamdi (étudiants en troisième cycle enlevés de leurs domiciles dans le gouvernorat de Monastir); Monsieur Walid al-Ouessi (professeur de mathématiques, gouvernorat de Kebili). La section de la LTDH à Monastir.<br /><br />L’Association Internationale de soutien aux Prisonniers Politiques (AISPP) a par ailleurs signalé l’arrestation de Mme Nidhalat Zayat et de son bébé de quelques mois, épouse du prisonnier Nabil Slimani, arrêté dans le cadre de la loi dite anti-terroriste et détenu à la prison d’El-Houareb. Mme Zayat a été arrêtée à Radès en banlieue de la capitale, à proximité du domicile de ses parents. La famille est tenue dans l’ignorance totale du sort de sa fille et de son bébé.<br /><br />Ces arrestations et ces détentions au secret se seraient faites dans le cadre de la loi anti-terroriste du 10 décembre 2003. Ses victimes, comme le signalent des associations indépendantes des droits humains se comptent par centaines, ces dernières semaines ce nombre croît de manière préoccupante.<br /><br />Ces évolutions ont lieu dans un contexte où les principales structures de défense de la société civile subissent une offensive systématique visant à neutraliser leurs capacités de réaction et d’initiative. C’est sans l’ombre d’un doute en comptant sur le silence imposé par le black-out policier en cours que les services de sécurité donnent libre cours à des opérations relevant des plus graves violations des droits de la personne.<br /><br />* Le CRLDHT dénonce ces disparitions et ces violences extrêmes exercées à l’encontre d’innocents citoyens et tient le pouvoir de Ben Ali pour responsable de la vie et de l’intégrité de ces personnes.<br /> * Exige des autorités de tenir les familles et les avocats informés des lieux de détention et<br />* Réclame que des soins médicaux adéquats et une assistance judiciaire soient accordés à Mr Naoufel Sassi et à tout ceux qui en ont été privés<br />* S’associe à la demande des ONG tunisiennes et internationales pour la libération immédiate et sans conditions de tous les « disparus » et pour l’ouverture d’une enquête indépendante établissant les responsabilités de ces infractions graves<br />* Exprime aux différentes victimes et à leurs proches son soutien et sa solidarité indéfectibles en cette dure épreuve qu’ils traversent.<br />* Lance un appel à toutes les ONG nationales et internationales afin de se mobiliser aux côtés de ces victimes jusqu’à leurs libérations.<br /></div><br /><span style="font-weight: bold;">PARIS le : 29/06/06</span><br /><br /><span style="font-weight: bold;">CRLDHT</span><br /><span style="font-weight: bold;">21ter rue Voltaire – F-75011 PARIS</span><br /><span style="font-weight: bold;">Tel/Fax : +33 (0)1.43.72.97.34</span><br /><span style="font-weight: bold;">contact@crldht.org / www.crldht.org</span>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3682486401388067655.post-78886813550407280302008-01-09T02:04:00.002-08:002008-01-09T02:05:56.628-08:00Communiqué de la LTDH de juin 2006 : Une vague d'enlèvements!<h3 class="post-title entry-title"> <span style="font-weight: bold;">Ligue Tunisienne pour la Défense des Droits de l’Homme - LTDH</span><br /></h3> <p><span style="font-weight: bold;">Tunis, le 28 juin 2006</span><br /><br /><span style="font-weight: bold;">Communiqué</span><br /><br /></p><div style="text-align: justify;">Le comité directeur de la LTDH suit avec attention et une vive préoccupation la vague d’enlèvements dont ont été victimes des citoyens tunisiens dans diverses régions de la République au cours du mois de juin, sans que leurs familles ne soient informées du lieu de détention des leurs ou des accusations portées contre eux.<br /><br />Des familles ont pris contact avec la Ligue, dont celle de monsieur Oulid Ouassi, professeur de mathématiques à Kébili dont la famille est sans nouvelles depuis le jeudi 15 juin 2006 et au sujet duquel la ligue a adressé un courrier à monsieur le directeur général de la Sûreté nationale le 22 juin, resté sans réponse. <span style="font-weight: bold;">C’est le cas également de Naoufel Sassi, qui a un cabinet d’expert comptable à Tunis et dont la famille est sans nouvelles depuis le mercredi 14 juin 2006.</span> Idem pour les étudiants Amir Charfeddine, Mahfoudh Sayadi et Oualid Ghaddhab, qui ont été arrêtés dans le gouvernorat de Monastir par des agents de la Sûreté en civil qui n’ont pas décliné leur identité.<br /><br />La ligue a appris que d’autres régions du pays avaient été le théâtre d’arrestations extra judiciaires. Malgré les contacts pris par les familles avec les services de la Sûreté de l’Etat et ceux du ministère de l’Intérieur à Tunis, ces derniers ont nié avoir connaissance de ces arrestations, tout comme des lieux de détention.<br />La ligue redoute qu’ils ne soient soumis à de mauvais traitements.<br />(…)<br />La ligue exige la libération immédiate des personnes détenues de façon illégale et l’ouverture d’une enquête déterminant les responsabilités de ces graves dépassements (…)<br /></div><br /><div style="text-align: right;"><span style="font-weight: bold;">Pour le comité directeur</span><br /><span style="font-weight: bold;">Le Président</span><br /><span style="font-weight: bold;">Mokhtar Trifi</span><br /></div><br /><div style="text-align: justify;">LTDH, rue Baudelaire, 1005 El Omrane, Tunis Tel : 71 280 596, fax : 71 892 866 Adresse électronique : ltdhcongres6@yahoo.fr<br /></div>(traduction d’extraits, ni revue ni corrigée par les auteurs de la version en arabe, LT)Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3682486401388067655.post-43791945083164223962008-01-09T02:04:00.001-08:002008-01-09T02:04:40.797-08:00Juin 2006, disparition de Naoufel Sassi<p><span style="font-weight: bold; font-family: lucida grande;">Communiqué, lundi 26 juin 2006</span><br /><span style="font-family: lucida grande;"><br /></span></p><div style="text-align: center;"><span style="font-family: lucida grande;"><span style="font-size: 180%;">Tunisie : Persistance de la pratique des "disparitions" et des détentions au secret...</span></span><br /><br /></div><br /><span style="font-weight: bold; font-family: lucida grande;">Naoufel Sassi, père de quatre enfants, "disparu" devant son bureau en plein centre-ville de Tunis</span><br /><br /><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: lucida grande;"><span style="font-weight: bold;">Naoufel Ben Slimane Sassi</span> est né le 14/02/1962 à Tunis, il est le fils Slimane Sassi et de Mariam Naziha Seddik. Expert en gestion financière et en fiscalité, il exerce en tant que tel à son cabinet d'expertise comptable et financière au 43 rue al-Jazira à Tunis. Il est titulaire de la carte nationale d'identité numéro 00203925 délivrée à Tunis le 02/10/2002.</span><br /><br /><span style="font-family: lucida grande;"><span style="font-weight: bold;">Le mercredi 14 juin 2006</span>, alors qu'il est à proximité de son bureau (il a laissé sa veste contenant ses papiers, ses clés de voiture, son portefeuille et ses médicaments dans le bureau), Naoufel Sassi disparaît. Depuis, sa famille n'a plus de nouvelles, excepté les "conseils" de fonctionnaires qui laissent entendre "qu'étant donné qu'il n'a rien à se reprocher, Naoufel réapparaîtra dans quelques jours si ses proches patientent sans ébruiter sa disparition".</span><br /><br /><span style="font-family: lucida grande;">Les membres de sa famille font le tour de l'ensemble des hôpitaux et des commissariats de la capitale sans résultat. Mercredi 21 juin, son épouse Mme Houda Sassi se rend au palais de justice afin de demander de ses nouvelles et de vérifier s'il est déféré au parquet. N'obtenant aucune information, elle demande à déposer une plainte pour enlèvement auprès du procureur de la République. Au bureau de ce dernier elle est entendue par une personne qui lui dit qu'une déclaration de disparition sera enregistrée. Le bâtonnier de l'Ordre National des Avocats de Tunisie, Me Abdessattar Ben Moussa, s'enquiert à nouveau du sort de Naoufel le samedi 24 juin auprès du bureau du procureur sans plus de succés.</span><br /><br /><span style="font-family: lucida grande;">Naoufel Sassi vit avec son épouse, ses quatre enfants (la plus jeune est une fille âgée de deux ans et demie) et son père âgé de 90 ans. Il parvient tant bien que mal à subvenir aux besoins de la famille grâce au cabinet d'expertise qu'il s'est résolu à ouvrir après avoir constaté que les entreprises qu'il approchait refusaient de le recruter (ou revenaient sur un recrutement effectué) après avoir été l'objet de "pressions officieuses". Titulaire d'une maîtrise de Hautes Etudes Commerciales (HEC) et d'un DESS de commerce international, il a passé des années sans pouvoir exercer de profession. En 1990 il est jugé pour "appartenance à une organisation non autorisée" et passe 10 mois en prison. En 1993 il est de nouveau arrêté et incarcéré sans jugement pendant quarante jours durant lesquels sa famille ignore où il est. Il en ressort dans un état de santé déplorable, ayant subi de longues séances de torture qui laisseront de profondes séquelles physiques. Par la suite, il est soumis pendant des années à un régime très lourd de contrôle administratif, est privé de passeport et, de facto, de tous ses droits civiques. Ayant subi une opération pour une artériosclérose et étant sujet à de violentes crises d'asthme, il est astreint à un traitement médical nécessitant une prise régulière de médicaments.</span><br /><br /><br /><span style="font-weight: bold; font-family: lucida grande;">Nous demandons à savoir où se trouve Naoufel Sassi</span><br /><br /><span style="font-weight: bold; font-family: lucida grande;">Nous demandons sa libération immédiate</span><br /><br /><span style="font-weight: bold; font-family: lucida grande;">Nous exigeons qu'il puisse avoir accès sans tarder à des soins médicaux et à une assistance judiciaire</span><br /><br /><span style="font-weight: bold; font-family: lucida grande;">Nous tenons les autorités tunisiennes pour responsable de l'état de santé de Naoufel et de tout qui pourrait lui arriver</span><br /></div><br /><span style="font-weight: bold; font-family: lucida grande;">Pour la famille de Naoufel Ben Slimane Sassi,</span><br /><span style="font-weight: bold; font-family: lucida grande;">Son cousin Omeyya Seddik</span><br /><br /><br /><span style="font-weight: bold; font-family: lucida grande;">Courriel à diffuser : Ou-est-naoufel@no-log.org</span>Unknownnoreply@blogger.com0